CS CIMO-CIDA
SCIOPERO MEDICI: CIMO-CIDA, PRETENDIAMO RISPOSTE DALLA POLITICA
“Con lo sciopero di oggi si è avviato un percorso che prevede nuove iniziative di mobilitazione, sul territorio e nelle aziende, ospedali ed ambulatori, per arrivare ad un confronto con la politica sul futuro della sanità pubblica”: lo ha detto Guido Quici, presidente di CIMO-CIDA, il sindacato dei medici, commentando lo sciopero odierno della categoria. “L’adesione allo sciopero è stata massiccia, con un forte coinvolgimento in tutte le iniziative prese sul territorio nazionale. E’ il segnale di un malessere profondo che non può essere risolto in un ambito puramente contrattuale. Certamente – ha aggiunto Quici – ci sono aspetti rivendicativi che vanno portati avanti e discussi nelle sedi competenti, ma per CIMO il nodo da sciogliere riguarda il futuro della sanità pubblica. Su questo pretendiamo risposte dai partiti e dalla politica e intendiamo averle prima delle prossime elezioni.
“Occorrono impegni concreti e indicazioni chiare su cosa si vuole fare, tenendo presente un concetto per noi baasilare: la sanità pubblica non va considerata un costo, una voce di spesa da tagliuzzare nei periodi di crisi, ma un investimento sulle condizioni di vita della popolazione, un capitolo importante per un Paese che vuole avere un ruolo fra le nazioni più avanzate. Anche la sanità privata, al contrario di quello che si pensa, sarebbe avvantaggiata da una sanità pubblica forte nelle sue eccellenze (gli ospedali, i pronto soccorso, le emergenze) e svolgerebbe un vero ruolo integrativo e non un impossibile ruolo sostitutivo, nel vano tentativo di colmare gli spazi che la sanità pubblica è costretta a lasciare per la colpevole mancanza di risorse pubbliche.
“Noi abbiamo le nostre proposte – ha sottolineato il presidente di CIMO-CIDA – che porteremo all’attenzione della politica: rifinanziare i LEA, prima di tutto e rinnovare i contratti della sanità da troppo tempo scaduti. Con questo ‘zoccolo duro’ si può arrestare il degrado della sanità pubblica e ripartire in una visione moderna e funzionale del concetto di salute. Su questo chiediamo e pretendiamo un confronto serio e responsabile”, ha concluso Quici.