FORMARE E REALIZZARE LA FIGURA DI UN MEDICO DI EMERGENZA SANITARIA “UNICO”
L’emergenza-urgenza non inizia e finisce in un ambulatorio cosi come in una corsia o in una stanza di degenza, ma si organizza e si articola in percorsi strutturati e codificati tra il territorio e l’ospedale e oggi anche tra ospedali.
CIMO Emergenza nel suo annuale appuntamento a Firenze ha rilanciato la necessità di un intervento legislativo che metta ordine nel sistema d’emergenza-urgenza a distanza di quasi 25 anni dalla sua istituzione, in quanto rappresenta uno degli ambiti più critici del SSN.
Nel documento stilato al termine dell’incontro si mette in luce la necessità del riconoscimento a tutti i livelli del medico di emergenza-urgenza, tutor dei percorsi clinico assistenziale in un dipartimento di emergenza-urgenza integrato, territorio-ospedale e ospedale-ospedale, poiché permette ai cittadini di essere assistiti da personale altamente specializzato.
Nel nuovo modello di Rete ospedaliera, previsto dal DM 70/2015, il sistema di emergenza-urgenza rappresenta una risposta al bisogno urgente 24h su 24.
È necessario un aggiornamento e una rivisitazione del servizio e del modello al fine di renderlo sempre più efficace, efficiente ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, concetto che ancora oggi non risulta completamente applicato.
Le modalità di risposta sono anche molto diverse tra Regione e Regione, e la motivazione di queste differenze risiede nella diversa applicazione del DPR 29 marzo 1992, legge ormai “anziana” non operativa in maniera omogenea, e quindi da attualizzare per affrontare le nuove e le future sfide.
Nel documento programmatico è specificato che ad oggi numerosi sono in Italia gli specialisti che a diversi livelli si interessano e garantiscono l’emergenza, ma nessuno di questi garantisce l’emergenza-urgenza se non un medico che si dedica a tempo pieno alla presa in carico, alla gestione e trattamento dei rischi per patologie e traumi tempo-dipendenti.
Le varie Scuole universitarie in medicina di emergenza-urgenza ogni anno riescono a specializzare un numero ancora esiguo di medici rispetto alle necessità, tenuto anche conto delle piante organiche e dell’importante turnover che questa branca della medicina presenta; dobbiamo ricordare che ad oggi non tutte le facoltà di medicina hanno attivato il corso di specializzazione con diversità tra Regione e Regione.
Di conseguenza il sistema è tuttora composto per la grande maggioranza da medici non specialisti in medicina di emergenza-urgenza, ma che di fatto (occorre riconoscere) lo sono diventati con l’esperienza lavorativa e con i tanti corsi formativi specifici della materia eseguiti e verificati nelle Aziende sanitarie.
Occorre quindi omogeneizzare le figure e i contratti per la definitiva rifondazione di un sistema di emergenza-urgenza che garantisca uniformità di qualità ed efficienza su tutto il territorio nazionale.