Pronto soccorso, Cimo: trincea della sanità pubblica
Il pronto soccorso è il posto dove su pazienti e operatori sanitari sono scaricate tutte le inefficienze organizzative. A sottolinearlo a margine della presentazione del Rapporto Tdm-Simeu sullo stato di salute dei Pronto soccorso italiani, una nota di Cimo, che ritiene non più tollerabile che chi lavora nell’emergenza sia destinato solo a fare il “lavoro sporco”, abbandonato a se stesso ed in situazioni di cronica precarietà assumendo, spesso, anche il ruolo di “parafulmine” nei confronti dei pazienti e familiari vittime di organizzazioni obsolete dove i lunghi tempi di attesa, gli spazi ridotti, le dotazioni scarse ed il sovraffollamento sono la regola.
«È l’ennesimo esempio, questo» commenta Guido Quici, Vice Presidente vicario di Cimo «di disuguaglianza tra i cittadini per effetto della estrema regionalizzazione dei processi organizzativi sanitari. Ed è anche la dimostrazione della mancata volontà di realizzare una Rete Unica della Emergenza ed Urgenza anche attraverso l’istituzione di un ruolo unico per i medici che lavorano nei 118, nei Pronto Soccorso, nei Dea, superando la molteplicità dei contratti professionali nel settore delle emergenze». «Il nostro Ssn sta precipitando, nel silenzio e nell’indifferenza, nel baratro dell’incapienza. Un’incapienza di posti letto, di medici, di infermieri, di spazi fisici, di risorse in conto capitale, di formazione».