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SANITA’: CIMO, LEA A RISCHIO SENZA AREA NAZIONALE UNICA PER EMERGENZA

Roma, 22 set. (AdnKronos Salute) – “Senza un’area unica dell’emergenza urgenza a livello nazionale, la rete ospedaliera e nuovi Lea sono a rischio di sostenibilità”. Lo denuncia del coordinamento emergenza urgenza di Cimo. “La mancata applicazione del dpr 27 marzo 1992, atto che costituiva il servizio di emergenza urgenza del sistema sanitario nazionale e regionale, rischia di far collassare tutto il sistema. E’ necessario, ora più che mai, avere a livello nazionale un sistema uniforme sotto gli aspetti organizzativi dei sistemi di emergenza urgenza. E’ una delle necessità imprescindibili per affrontare le nuove sfide poste dalla riorganizzazione dei servizi a livello territoriale e ospedaliero”, come indicato dalle dichiarazioni conclusive della riunione nazionale del coordinamento Cimo emergenza urgenza.     

 

“La sanità – si legge in una nota del sindacato – è oggi in continua ricerca e sviluppo di un nuovo modello clinico assistenziale, territorio-ospedale, sicuro e di qualità, che usi le risorse in modo appropriato, garantendo i livelli minimi assistenziali, migliorando continuamente la qualità e gli esiti dei servizi erogati. Per questo riteniamo che l’emergenza urgenza debba diventare la colonna vertebrale sistema sanitario nazionale, costituita da più corpi: quello del sistema 118 (emergenza preospedaliera), i servizi di pronto soccorso di osservazione (emergenza alla porta dell’ospedale), le medicine urgenza e di intensità (emergenza intra ospedaliero). Solo creando una rete, che unisca il territorio all’ospedale e gli ospedali fra loro, si potrà affrontare e garantire l’emergenza”.

 

“Come coordinamento – prosegue il sindacato – stiamo raccogliendo dati sulle criticità che ogni territorio incontro nel servizio di emergenza urgenza. Questi dati verranno presentati il 28 e il 29 ottobre nel corso del nostro convegno annuale”.   

 

“In attesa che anche i dati confermino quanto sosteniamo da anni, chiediamo al Governo e alle Regioni: 1) un Dipartimento emergenza urgenza in ogni azienda; 2) un Dipartimento monospecialistico con ‘specialista in medicina di emergenza urgenza’ a garanzia dei Pdta perpatologie e traumi tempo dipendenti. Piante organiche determinate e definite; 3) Standard del personale nell’emergenza sistema 118, nel Pronto soccorso, Obi e nei reparti di degenza; 4) La stabilizzazione dei medici precari a rapporto subordinato e di tutti quei medici che non hanno la specializzazione ma che in questi anni hanno maturato conoscenze e competenze lavorando a sostegno del sistema emergenza urgenza regionale. E un unico contratto lavorativo”, conclude Cimo.