Elezioni Onaosi. Intervista a Zucchelli: “Raggiunti obiettivi importanti, ora consolidiamoli”
Medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti sono chiamati a rinnovare gli organi statutari della Fondazione Onaosi per il 2016-2021. Il presidente uscente ripresenta la sua candidatura con la lista “Uniti per il futuro dell’Onaosi di tutti” e tira le somme del quinquennio trascorso che si è chiuso con i conti in ordine. IL PROGRAMMA ELETTORALE DELLA LISTA
Aumento dei contributi domiciliari per gli orfani. Introduzione di contributi ai nuclei con un figlio disabile, assegni anche per disagio economico e professionale e per le famiglie numerose. Collegi universitari, case vacanza, convenzione bancaria a tassi molto vantaggiosi per tutti i contribuenti. Conti in ordine e patrimonio incrementato. Sono questi alcuni degli obiettivi raggiunti da Serafino Zucchelli, in cinque anni di presidenza della Fondazione Onaosi, che ora ripresenta la sua candidatura con la lista “Uniti per il futuro dell’Onaosi di tutti”. Il fischio di partenza per il rinnovo degli organi statutari della Fondazione Onaosi 2016-2021 è il 7 aprile. Ma gli oltre 163mila tra medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti potranno esprimere il loro voto postale fino al 17 maggio. Per Zucchelli è quindi tempo di bilanci, ma anche di nuove sfide, come racconta in questa intervista. E gli obiettivi da raggiungere se sarà riconfermato al timone dell’Onaosi sono il consolidamento e il potenziamento dei servizi offerti. Il tutto senza toccare le quote contributive.
Dottor Zucchelli, proviamo a tirare le somme di questi cinque anni alla guida dell’Onaosi
Innanzitutto, quello che vorrei sottolineare è che abbiamo portato avanti un lavoro intenso per stabilizzare un’Onaosi che fosse per tutti. E lo abbiamo realizzato non solo a parole, ma con fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo portato avanti un’azione di espansione sul territorio, sono stati, infatti, aperti tre nuovi centri formativi (Napoli, Milano e Torino) e una sede per il servizio sociale a Bari, con il risultati che ad oggi siamo presenti in 10 regioni. Soprattutto abbiamo aumentato i contributi domiciliari per gli orfani e aggiunto nuove e significative prestazioni, quali l’erogazione di contributi alle famiglie con un figlio disabile, assegni anche per il disagio economico e professionale e per le famiglie numerose. Ancora, abbiamo messo a disposizione per tutti i contribuenti, collegi universitari, case vacanza e la possibilità di stringere una convenzione bancaria a tassi molto vantaggiosi.
Sul fronte della gestione patrimoniale?
Posso dire di aver chiuso la gestione con un segno positivo e all’insegna della trasparenza: i nostri bilanci sono pubblicati integralmente. Abbiamo mantenuto invariato il contributo che era stato quasi dimezzato nel 2003, questo dopo aver ripianato un debito di 3,5mlioni che avevamo ereditato dalla precedente gestione. I fondi per l’assistenza sono aumentati di 2mln 200 mila euro (da 16,5 milioni a 18,7) ed è stato istituito un fondo di 500 mila euro l’anno per contribuenti fragili e uno di 300 mila per i figli disabili dei contribuenti viventi. Ricordo inoltre che abbiamo applicato una sorta di spending review interna che ha portato a una riduzione dei compensi per gli amministratori di circa il 30%. Tirando le somme, il patrimonio dell’Ente non solo è stato preservato, ma è anche lievemente incrementato. Abbiamo raggiunto molti obiettivi, operando attraverso risparmi e una buona rendita del capitale mobiliare, senza intermediari e con regole ben precise, e nonostante ci siano stati forti incrementi della tassazione. Ma questo non toglie che ci sia ancora tanto da fare.
È vero che avete intenzione di spostare la sede dell’Onaosi da Perugia a Roma?
Mai pensato. La sede centrale dell’Onaosi, per motivi storico-ideali e pratici è e rimarrà sempre a Perugia. Un’intenzione messa nero su bianco nell’articolo 1 del nuovo Statuto approvato a settembre del 2015 dove lo abbiamo appunto scritto con chiarezza.
E sul fatto che l’Onaosi possa confluire nell’Enpam che mi dice?
È circolata questa voce che smentisco categoricamente. Abbiamo preso contatti con altri Enti sanitari di previdenza, ma solo e unicamente per studiare forme di collaborazione con l’obiettivo di proporre nuove tipi di tutele per gli assistiti a costi più bassi. Solo per questo. Mai contemplata la possibilità di confluire nell’Enpam, anzi, nessuno più di noi ha tutelato, con efficacia, l’esistenza e l’autonomia dell’Ente in tutte le sedi fino al Parlamento, dove abbiamo promosso e ottenuto la promulgazione del Dl 159/2007 e del Decreto Balduzzi del 2012.
Passiamo alle sfide future. A quali obiettivi vorrebbe puntare?
Sicuramente al consolidamento e al potenziamento dei servizi offerti. La strada che intendiamo percorrere è da un lato quella di proseguire con azioni di adeguamento economico degli emolumenti per gli assistiti a domicilio e dall’altro di prevedere contributi di denaro anche in caso di decesso del coniuge del contribuente e interventi in caso di invalidità. Vogliamo inoltre favorire la collaborazione con altre casse nel rispetto dell’autonomia e dell’integrità dell’Ente per aumentare l’integrazione assistenziale. E sarà anche intensificata l’azione di spending review interna con un’ulteriore riduzione delle spese per l’amministrazione.
Se dovesse indicare un punto qualificante del programma della sua lista?
Sono tanti, ma penso in particolare a quello della non autosufficienza, un problema che va affrontato anche in collaborazione con altri Enti sanitari di previdenza.
Il raggiungimento di tutti questi obiettivi si tradurrà in un aumento delle quote di contributo?
Il nostro obiettivo è non toccarle, quindi mantenere la quota attuale, ossia 12,75 euro lordi mensili, che al netto si traducono in un esborso di circa 7 euro al mese.
Ester Maragò