Corte Appello, l’indennità di esclusività a tutti i medici dopo 5 anni
Sentenza favorevole per due camici bianchi di Perugia: lo rendo noto il sindacato Cimo
L’indennità di esclusività deve essere riconosciuta a tutti i dirigenti medici dopo i cinque anni di assunzione, se hanno superato positivamente la valutazione tecnica, in quanto si verifica un cambiamento delle funzioni svolte: a sancirlo è stata la Corte di Appello di Perugia che ha dato ragione a due professionisti e rigettato il ricorso promosso dall’Ausl Umbria 2 contro un’analoga decisione di primo grado del tribunale di Perugia.
A rendere noto la decisione dei giudici è il sindacato Cimo Medici, al quale sono iscritti i due dirigenti (assistiti dall’avvocato Romina Pitoni). Dal 2012 il sindacato, attraverso il segretario regionale Marco Coccetta, ritiene “illegittimo e discriminatorio” il blocco dell’aumento dell’indennità per i dirigenti con più di cinque anni di servizio, deciso non solo dall’Ausl Umbria 2 ma anche da altre aziende in tutta la regione. Sono in totale oltre 300 i medici coinvolti dalla questione e che, sempre secondo la Cimo Umbria, non hanno ancora visti riconosciuti gli “arretrati dovuti” (diverse centinaia di euro mensili a seconda degli anni di anzianità).
“Questa importante sentenza sancisce il diritto di tutti i dirigenti medici ad ottenere gli arretrati dell’indennità di esclusività nel periodo 2010-2015″ dice ancora la Cimo, ricordando di aver “tentato più volte, senza esito, di trovare in Regione una soluzione tesa ad evitare un contenzioso giudiziale, con aggravio di spese processuali e quindi costi per le casse regionali”. L’indennità è stata riconosciuta dalla legge Bindi del 1999 al medico ospedaliero che opta per un rapporto di esclusività con il Servizio sanitario nazionale. Il contenzioso con le aziende è nato però dopo la legge di stabilità del 2010, che ha bloccato i rinnovi contrattuali e gli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione, inclusi i medici ospedalieri.