Il contratto che verrà. Le Riforme del Ssn non si fanno con i contratti ma con un progetto concreto – Quotidiano Sanità
Il motivo? Non esiste un processo di riorganizzazione in atto del SSN ma tante iniziative regionali, ognuna diversa dall’altra che creano diseguaglianza nell’accesso alle cure e conflittualità tra le professioni. Manca una visione di insieme, manca un vero progetto e manca un regista. Il Ministro Lorenzin ci ha provato più volte ma il Patto della Salute è stato sconfessato dalle finanziare
Saverio Proia nel suo articolo del 18 gennaio dice: “il rinnovo contrattuale può essere funzionale e strumentale a processi di riorganizzazione in atto del SSN”. Forse sì, praticamente no. Ecco il motivo: non esiste un processo di riorganizzazione in atto del SSN ma tante iniziative regionali, ognuna diversa dall’altra che creano diseguaglianza nell’accesso alle cure e conflittualità tra le professioni. Manca una visione di insieme, manca un vero progetto e manca un regista. Il Ministro Lorenzin ci ha provato più volte ma il Patto della Salute è stato sconfessato dalle finanziare. Un solo esempio, il comma 236 congela quei fondi accessori che avrebbero potuto “alimentare” la progressione di carriera prevista dall’art. 22 del Patto della Salute.
Certo, manca un progetto e Cavicchi sembra indicare una possibile strada, ma le “rivoluzioni di carta” di questi anni sono legate alla estromissione dei Sindacati Medici dai processi organizzativi. Davvero le regioni sono pronte ad una concertazione sull’organizzazione delle strutture sanitarie? Davvero, nelle aziende sanitarie, le decisioni di un dirigente sono autonome rispetto all’organo politico? Davvero è utile al SSN continuare ad applicare le regole della Pubblica Amministrazione tout court ai medici ? O non è più utile dare un significato concreto alla loro esclusione di questi dai ruoli unici?
Il contratto di lavoro và riaperto al più presto ma su basi nuove e per altre motivazioni ad iniziare dall’orario di lavoro, all’art. 18 della dirigenza medica, ai sistemi di valorizzazione e valutazione del personale, ipotizzando l’inserimento di ulteriori strumenti come i sistemi di welfare aziendale a sostegno del personale del SSN proprio in considerazione del fatto che, in questi anni, le fasce sociali intermedie sono state le più penalizzate dalla crisi economica e i dipendenti pubblici sono tra coloro che hanno pagato il prezzo più salato.
Guido Quici
Vice Presidente Vicario Cimo