Doctor33_0

Cimo e Fesmed, nasce la Nuova Federazione dei medici dipendenti

Arrivare a creare un sindacato unico dei medici, che possa far sentire sempre più forte la propria voce. Questa la mission della Federazione Cimo-Fesmed che, grazie alla fusione delle due sigle sindacali, ad oggi può contare già sull’appoggio di circa 14mila iscritti. Il “patto federativo”, presentato a Roma presso la sede dell’Enpam da Riccardo Cassi e Carmine Gigli, rispettivamente presidenti Cimo e Fesmed (Federazione sindacale medici dirigenti) si pone come obiettivo quello di adottare politiche sindacali coerenti con la promozione del Servizio sanitario nazionale e con la tutela della figura professionale del medico. «Nel mondo medico c’è un’eccessiva frammentazione di sigle sindacali – ha spiegato Riccardo Cassi – attualmente quelle rappresentative sono dieci, tutte di piccole dimensioni, che creano solo una difficoltà di confronto con la controparte. E poiché le differenze di linea tra loro non sono così manifeste, abbiamo deciso di federarci intanto con la Fesmed, con la quale già da alcuni anni abbiamo una convergenza della visione politica sanitaria. Insieme per adesso raggiungiamo i 14mila iscritti, con una rappresentanza del 18%, ma il nostro obiettivo è arrivare ad un sindacato unico dei medici, che possa ovviamente essere attrattivo anche per le altre sigle sindacali». Lo scopo, ha proseguito ancora il presidente Cimo, è infatti quello di presentarsi compattamente ai tavoli della controporte con una voce unica e una maggiore rappresentanza, per avere così maggiore valenza.

«Questa eccessiva varietà di sindacati non fa altro che danneggiarci – ha aggiunto Cassi – mentre il nostro vuole essere un segnale per arrivare a creare un soggetto rappresentativo di un adeguato numero di medici. Di fatto con la Fesmed, ormai da tempo, abbiamo progetti comuni: noi siamo stati ai loro congressi e loro ai nostri. Questo perché abbiamo la stessa posizione su chi deve essere il medico, su quella che deve essere la sua carriera, così come per esempio sulla colpa professionale». Riaffermare il ruolo centrale del medico nella sanità, ridisegnare una carriera che premi il merito e valorizzare la libera professione: sono alcuni dei punti contenuti nel patto della Federazione Cimo Fesmed. «Era da tempo che riflettevamo sulla questione del numero di sigle sindacali rappresentative dei medici della dipendenza – ha sottolineato Carmine Gigli, segretario della Federazione – Tante organizzazioni sindacali con linee programmatiche non sempre così differenti, ma che costituiscono molto spesso un rallentamento per gli iter burocratici di contrattazione, al raggiungimento del quorum per le votazioni. Da questa analisi è nato il Patto, con l’obiettivo di creare un polo catalizzatore per chi crede nella peculiarità della professione medica e semplificare la rappresentatività della categoria nelle sedi istituzionali, nelle quali la troppa frammentazione è stata spesso causa di debolezza». L’obiettivo della nuova Federazione, quindi, è quello «di riuscire a coagulare l’interesse dei sindacati che rappresentano solo i medici. Cimo e Fesmed – ha proseguito Gigli – nel bene o male negli ultimi anni hanno condotto le stesse battaglie, trovandosi spesso fianco a fianco in molte occasioni. Per questo abbiamo pensato di ufficializzare la nostra collaborazione, non escludendo che la nostra base risponderà positivamente al messaggio per diventare un unico soggetto all’Aran. Ma questo sarà un passaggio successivo: intanto, cominciamo ad andare in maniera coordinata e appaiata in tutte le sedi, poi vedremo se passare ad un’unica lista».

Rossella Gemma