Cassi (Cimo): “Forse è la volta buona, ma siamo cauti”
Responsabilità professionale, Cassi (Cimo): “Forse è la volta buona, ma siamo cauti”(Doctor33)
È un traguardo che aspettavamo da 10 anni, quindi non posso che esserne soddisfatto. Non dimentico però che anche anni fa, la Commissione del Senato aveva pronto un testo che non arrivò mai in Aula». Riccardo Cassi, presidente nazionale Cimo, mostra un cauto ottimismo sull’ipotesi che si arrivi ad una nuova legge sulla responsabilità professionale dei medici. Intanto, il Comitato ristretto della Commissione Affari Sociali della Camera lavora alla messa a punto di un testo unico che raggruppi le diverse proposte di legge in materia e che dovrebbe comporsi di 11 articoli. Tra le novità la depenalizzazione della colpa professionale, le assicurazioni no fault e il potenziamento del risk management. Obbligo assicurativo per i liberi professionisti, solo facoltativo per i dipendenti del Ssn
Presidente, questa settimana potrebbe essere quella buona dopo una serie di sedute a vuoto. Come accogliete l’accelerata sul nuovo testo?
È un traguardo che aspettavamo da 10 anni, quindi non posso che esserne soddisfatto. Non dimentico però che anche anni fa, la Commissione del Senato aveva pronto un testo che non arrivò mai in Aula. Ora c’è l’impegno del ministro Lorenzin a sottolineare e risolvere un problema che è stato trascurato per troppo tempo. Il passaggio dalla Commissione all’Aula non è così scontato e c’è bisogno che l’impegno del ministro si concretizzi per fargli fare questo salto decisivo.
Tra le novità introdotte, quale sarà la più incisiva?
Ho letto delle notizie e non il testo integrale, quindi alcune di queste voglio approfondirle. Quella sulla depenalizzazione, ad esempio, mi lascia molto perplesso sul fatto che possa essere applicata in questo quadro giuridico senza rasentare il rischio di incostituzionalità, viste le norme attuali. La cosa importante è il no fault che la Cimo chiede da 15 anni, cioè un indennizzo al paziente indipendentemente dalla condanna del medico; il ristabilire che la responsabilità del medico è contrattuale e non extra-contrattuale. Con il no fault si snelliscono tanti procedimenti: il cittadino può essere indennizzato senza bisogno che ci sia una colpa con una condanna del medico. È un po’ quella che noi chiamiamo alea terapeutica, non tutti gli interventi medici garantiscono il risultato ma non sempre per colpa del medico.
Non c’è così il rischio di una troppa facilità nel chiedere l’eventuale risarcimento?
Non credo, questo sistema è adottato in Francia e Inghilterra con buoni risultati. Si tratterà di creare una commissione e delle regole precise che filtrino le richieste.
Di che cosa si ha ancora bisogno, cioè quali aspetti resterebbero vacanti nonostante venisse cambiata la legge sulla responsabilità professionale?
Avremmo bisogno di regole assicurative chiare e che i tempi della giustizia italiana si snellissero. Bisognerebbe evitare il più possibile di ricorrere ai Tribunali che ritardano le sentenze ma anche il risarcimento al cittadino. La nuova legge sembrerebbe privilegiare la via extragiudiziale ma, quando c’è di mezzo l’assicurazione le cose si complicano. Va rivisto un po’ tutto il sistema. Mi riprometto, comunque, di giudicare più attentamente quando conoscerò il testo integrale che arriverà in Aula.
Rossella Gemma