COMUNICATO STAMPA
LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA TENTA IL “NUOVO POLTRONIFICIO SANITA'”,
NO DI CIMO-FESMED ALLA FIGURA DI DIRETTORE ASSISTENZIALE
Roma, 15 febbraio 2021 – Un’iniziativa inaccettabile e autoritaria come la creazione di una nuova e costosa figura di Direttore Assistenziale nella sanità, che la regione Emilia-Romagna si appresta ad approvare in questi giorni, rappresenta l’ennesimo colpo di mano da “poltronificio clientelare” degno di una vecchia politica che il Paese sperava di essersi lasciata alle spalle.
La Federazione dei medici CIMO-FESMED denuncia così come, proprio mentre le strutture sanitarie sono in affanno per la gestione della pandemia e medici e sanitari continuano ad essere esposti al contagio in condizioni di stress fisico e psichico, venga creata un’ennesima figura che si aggiunge al Direttore dei servizi sociosanitari, unitamente al Direttore Generale, Sanitario ed Amministrativo.
“Una proposta inaccettabile – commenta il Presidente Guido Quici – perché rappresenta la becera creazione di 15 nuove poltrone ad elevato costo senza alcun beneficio concreto e che, di fatto, tende a depotenziare le restanti figure manageriali e a creare conflitti tra le professioni sanitarie. Abbiamo di fronte una inutile nuova figura politica, nuove risorse sottratte all’assistenza, e la solita, vecchia politica clientelare attraverso cui si aumentano gli effetti vessatori del management sui medici attraverso abusi legislativi finalizzati ad imporre e non ottimizzare percorsi diagnostici terapeutici ed assistenziali da parte di chi non ha certamente un titolo professionale”.
Secondo la Federazione, questa ennesima manovra politica, avvallata anche da alcune sigle Sindacali, tende a favorire l’autonomia e percorsi di carriera delle professioni sanitarie senza le necessarie competenze, mortificando quella dirigenza del SSN su cui, in ogni caso, ricadrebbero le responsabilità. Appropriatezza dei percorsi, politiche di governo dei costi e gestione ottimale delle risorse non posso essere in capo a chi non ha la gestione clinica del paziente e, in particolare, a chi non ha la reale responsabilità della diagnosi e della cura dei pazienti secondo la normativa vigente. Il tutto poi attraverso un’azione da regime autoritario da parte della regione Emilia-Romagna, perché attraverso la modifica all’art. 3, comma 5 della Legge regionale n. 29 del 23.12.2004 si intende ignorare del tutto il vigente D.lgs 502/92 che, tra l’altro, non prevede alcuna deroga, come puntualmente confermato anche da sentenze della Corte Costituzionale in materia di “tutela della salute”.
“Come Federazione CIMO-FESMED crediamo inoltre che tale tema non possa essere normato in ambito regionale perché in netto contrasto con le vigenti Leggi nazionali e presenteremo quanto prima ricorso straordinario al Capo dello Stato”, conclude Quici.