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Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria a Lorenzin: “Riconoscere nostra specificità. Serve nuova area giuridica e contrattuale”. (Quotidiano Sanità)

Lo chiedono in una lettera i sindacati della dirigenza del Ssn allarmati per l’annunciata riforma della Pubblica Amministrazione. “L’occasione sia utilizzata per un progetto che introduca meccanismi di premialità e di valutazione che non considerino solo la perfomance gestionale ma anche quello che medici, veterinari e dirigenti sanitari fanno in termini di impegno professionale, competenza e capacità individuale”.
Dopo il decreto Irpef il Governo si appresta a varare un nuovo provvedimento per la riforma della Pubblica Amministrazione. Le prime indiscrezione del ddl su cui sta lavorando il ministro Madia, parlano di interventi sulle carriere e sui trattamenti accessori del personale della PA. In questo contesto i sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn hanno scritto oggi al ministro della Salute Lorenzin per chiedere un incontro dove  aprire “un confronto per arrivare in tempi rapidi ad una proposta condivisa, ivi compresa la possibilità di un contratto medico, veterinario e sanitario di ingresso nel Servizio Sanitario Nazionale con caratteristiche peculiari, che possano essere uno strumento propedeutico all’immissione in ruolo del personale sanitario”.

“Il nostro obiettivo – scrivono i sindacati – è recuperare i valori insiti nella nostra professione, perché non è tagliando gli stipendi e peggiorando le condizioni di lavoro che si mantiene e rafforza il SSN, ma rimotivando i professionisti che lavorano nel servizio pubblico e che ne rappresentano il principale patrimonio”.

“Chiediamo un Suo intervento – scrivono ancora rivolti a Lorenzin – affinché con la riforma della pubblica amministrazione, anche prevedendo un rinvio a successivi provvedimenti legislativi, sia definito un progetto che introduca meccanismi di premialità e di valutazione, che, definiti attraverso i contratti di lavoro, consentano il passaggio da un sistema che valuta solo la perfomance gestionale ad uno che, viceversa, verifica quello che medici, veterinari e dirigenti sanitari fanno in termini di impegno professionale, competenza e capacità individuale”.

“Diventa quindi indispensabile – concludono i sindacati – il recupero di un’area contrattuale autonoma, in luogo del semplice settore previsto dalla riforma di Brunetta all’interno di un’area Regioni – Sanità che mette insieme professionalità che hanno poco in comune tra loro e modalità lavorative ben diverse”.