CASSI (CIMO ASMD): “Priorità deve essere costruire nuovo rapporto con territorio” (Quotidiano Sanità)
“Mancano le giovani leve su cui lavorare per costruire il futuro. E’ questa la priorità su cui puntare, altrimenti a breve si creerà un vuoto insostenibile con l’accesso alla pensione di numerosi medici e operatori”. E’ l’allarme lanciato da Riccardo Cassi, presidente Cimo Asmd nel corso del ‘3° Healthcare Summit’.
E proprio su questi temi “auspichiamo che tutte le categorie siano ascoltate nell’ambito della definizione del Patto per la Salute. Non può essere fatto tutto sopra la nostra testa”. Altro passaggio nodale risiede “nella costruzione di un nuovo rapporto tra ospedale e territorio. Serve un concreto punto di incontro per garantire l’integrazione. Purtroppo, alo stato attuale, risultano due mondi separati, che faticano a interagire”.
Nel complesso sul territorio “manca una vera e propria rete che va creata al più presto – ha avvertito Mario Lavecchia, vice segretario nazionale Anaao Assomed – altrimenti il sistema rischia di ingolfarsi. Servono quindi protocolli condivisi, che però eludano il pericolo di sovrapposizioni.e che sappiano creare un sistema improntato sulla collaborazione”. La rotta da seguire “è quella di un modello relazione che sia in grado di sostituire quello prestazionale”.
Altro ostacolo da rimuovere “è rappresentato dalla dicotomia tra sociale e sanitario – ha ragionato Adriano Lagostena, direttore generale E.O Ospedali Galliera – Il problema principale è verificare con attenzione come vengono allocate le risorse, misurando nel miglior modo possibile tutto ciò che è misurabile. In questo modo sarà possibile garantire l’appropriatezza erogativa delle prestazioni”.
Cruciale anche cambiare “le modalità di selezione del management – ha evidenziato Fabio Alberti, presidente Fiaso – bisogna creare nelle Regioni i vivai di figure professionali che allo stato attuale scarseggiano nelle aziende. In questo senso sono necessarie politiche più adeguate verso il personale, che siano in grado di seguire la modernizzazione al di là degli interventi amministrativi. E per farlo credo che la via migliore sia calibrare ogni misura sulle competenze, magari introducendo livelli essenziali di organizzazione all’interno delle aziende”.