ospedale-1[1]

Dipendenti Ssn in calo, Cassi (Cimo-Asmd): a rischio servizi minimi (Doctor news)

Tra il 2010 e il 2011 il personale dipendente nel Ssn (medici, infermieri, tecnici e amministrativi) è sceso di 8.253 unità: lo attesta l’ultimo rapporto sul ‘Personale del sistema sanitario italiano 2011’, pubblicato dal ministero della Salute.
«E sicuramente il calo si è accentuato negli anni successivi. – dichiaraRiccardo Cassi, presidente nazionale Cimo-Asmd – C’è stato un piccolo stop legato alla legge Fornero, che ha fermato i pensionamenti, ma il turn over bloccato in molte Regioni e “razionato” anche in quelle senza piano di rientro ha portato a una drastica riduzione di personale».
La situazione non sarebbe così grave se il fenomeno fosse il frutto di una razionalizzazione, ma secondo Cassi non è così: «proprio la mancata razionalizzazione della rete delle strutture fa aumentare i rischi legati alla carenza del personale e comporta superlavoro, eccesso di ore di straordinario e un peggioramento delle condizioni di lavoro; si sono semplicemente depauperati i presidi e si è fatto un ricorso abnorme a personale precario. Inoltre, c’è stato un decremento più netto nelle figure apicali, il che comporta una mancanza di prospettive per i giovani: a questo proposito Cimo ha presentato una proposta per la rivisitazione della carriera del medico con maggiore valorizzazione della sua professionalità».
Nel prossimo futuro, le cose potrebbero peggiorare ulteriormente visto che, come ricorda il presidente Cimo-Asmd, «ora scade il periodo dei rinvii previsti dalla riforma Fornero e molti potranno andare in pensione; a questo si aggiunge il decreto sulla Pubblica amministrazione che dovrebbe porre uno stop al trattenimento in servizio. Ma la situazione è già pazzesca e in certe zone gli organici non sono in grado di garantire i servizi minimi. Spero che con l’approvazione del patto per la Salute le Regioni si mettano sul serio a fare una ristrutturazione della rete e una razionalizzazione e che si arrivi a uno sblocco del turnover, perché certe situazioni non sono più sostenibili».