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Medici e turni massacranti. La Cimo si affida ai ricorsi (Healthdesk)

La Cimo affida a Consulcesi la battaglia per garantire un orario di lavoro che rispetti la direttiva europea 88/2003/CE, alla quale l’Italia si è già adeguata con colpevole ritardo e che, nonostante la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 161 del 30 ottobre 2014, verrà applicata solo il prossimo anno.
Il sindcato dei medici ospedalieri esprime grande preoccupazione al riguardo e, insieme a Consulcesi, propone ai propri iscritti la strada dei ricorsi. «È indispensabile garantire ai camici bianchi la possibilità di poter svolgere nelle condizioni idonee la loro professione, tenendo anche in considerazione la delicatezza delle situazioni che si trovano ad affrontare», spiega Riccardo Cassi, presidente Cimo, «ed è anche un loro diritto tutelarsi e pretendere di essere adeguatamente risarciti per un diritto che è stato negato solo ai medici».
«L’obiettivo che ci prefiggiamo con questa iniziativa non è far calare sui medici una norma ritagliata per altre tipologie di lavoro, ma costringere Governo e Regioni a costruire di concerto con i sindacati di categoria un’organizzazione del lavoro che preveda turni e riposi
specifici per l’attività che il medico svolge all’interno del Ssn, a tutela non solo dei camici bianchi, ma soprattutto dei cittadini», precisa Cassi.
E Consulcesi è già pronta a far partire i ricorsi. «Per il mancato rispetto della direttiva in questione – afferma l’avvocato Sara Saurini, responsabile dell’Area legale di Consulcesi – i medici possono ottenere risarcimenti anche oltre gli 80mila euro attraverso ricorsi contro lo Stato e non nei riguardi delle aziende. Per tutti i medici che ritengono di essere stati sottoposti a turni lavorativi eccessivi ci sono a disposizione oltre 350 tra avvocati e consulenti legali che rispondono gratuitamente al numero verde 800.189091 oppure il sito internet».