Manovra
CIMO-FESMED: «Finalmente le risorse ci sono, ma per abbattere le liste d’attesa occorre riaprire ambulatori e posti letto»
Il sindacato dei medici: «Buone prospettive economiche per il futuro contratto di lavoro, ma occorre prevedere un monitoraggio costante dell’utilizzo dei fondi per evitare che finiscano nel dimenticatoio»
Roma, 18 ottobre 2023 – 3,3 miliardi di euro in più per il Fondo sanitario nazionale per il 2024, che si aggiungono ai 2,3 miliardi già stanziati, sono senz’altro una buona notizia, che consentiranno tra l’altro, nella prossima tornata contrattuale, di finanziare aumenti considerevoli degli stipendi di medici e infermieri, anche se al di sotto del tasso inflattivo del triennio 2022-2024. Tuttavia, occorre evitare in tutti i modi che tali risorse vengano sprecate o, peggio, che si perdano tra i meandri della burocrazia e i farraginosi iter che devono superare prima di essere disponibili per le Aziende. Con ritardi che, spesso, impediscono l’utilizzo totale dei finanziamenti, come accaduto a circa i due terzi delle risorse stanziate dal Ministro Speranza, che risultano inutilizzate.
La Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono le sigle ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) ribadisce inoltre ancora una volta che puntare esclusivamente sulle attività aggiuntive dei medici non può essere la soluzione alle liste d’attesa, causate dai tagli indiscriminati alle strutture, ai posti letto, al personale e quindi all’offerta sanitaria inflitti alla sanità pubblica negli ultimi 15 anni. Se non si riaprono gli ambulatori e non si aumenta il numero di posti letto, infatti, i risultati che potranno ottenere i medici che decideranno di dedicare ancora più tempo al proprio lavoro non potranno che essere modesti.
In ogni caso, bisogna fare in modo che le risorse siano realmente finalizzate al recupero dei tempi di attesa, e non siano ad esempio utilizzate per coprire i turni di servizio nei reparti dove manca il personale necessario, perché in questi casi le Aziende devono ricorrere alle risorse dei propri bilanci.
Risulta quindi essenziale prevedere un rigido controllo e un monitoraggio costante del flusso e dell’utilizzo dei fondi, in primis da parte dell’AGENAS ed eventualmente della Corte dei Conti, per evitare che risorse importanti per la salute dei cittadini finiscano nel dimenticatoio.