Contratto medici, CIMO: «Impossibile chiusura entro luglio, troppi nodi ancora aperti»
Il Presidente del sindacato dei medici Guido Quici commenta le dichiarazioni del Ministro della PA Paolo Zangrillo: «Su orario di lavoro discussione aperta, attendiamo ancora testo su parte economica. Chiederemo un incontro»
Roma, 13 luglio 2023 – «Invidiamo l’ottimismo del Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che ritiene plausibile la chiusura del contratto dei medici entro fine luglio. Peccato, tuttavia, che rimangano ancora aperti nodi cruciali come l’orario di lavoro, la composizione dei fondi contrattuali ed altri aspetti fondamentali per la qualità della vita dei medici e la sicurezza delle cure, come le sostituzioni dei direttori di unità operativa ed il servizio fuori sede. E considerata l’impossibilità di intervenire sugli stipendi, che devono essere equiparati a quelli del resto della dirigenza della PA, sono proprio questi gli aspetti che motivano il personale, come auspicato dal Ministro». Così Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici CIMO, commenta le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Zangrillo a margine di un evento organizzato a Milano da uno dei maggiori gruppi di ospedali privati italiani.
«Della parte economica del contratto – continua Quici – addirittura non abbiamo ancora ricevuto neanche una bozza, e per quanto riguarda l’orario di lavoro la stessa Aran nell’ultima riunione ha ammesso la difficoltà di giungere ad un compromesso, considerata l’ostinata resistenza a qualsivoglia miglioramento del testo più volte dimostrata dalle Regioni. Riteniamo dunque impossibile concludere un contratto in così poco tempo, quando questioni tanto complesse e determinanti risultano ancora ampiamente aperte. A meno che la vera intenzione della controparte non sia proprio quella di confermare l’attuale bozza, ritenuta inaccettabile dalla CIMO».
«Evidentemente – conclude Quici – il Ministro è informato superficialmente sull’andamento delle trattative. Per questo CIMO chiederà un incontro al Ministro Zangrillo per discutere della reale portata del nuovo contratto e delle criticità che esso dovrà necessariamente risolvere al fine di frenare la fuga dei medici dagli ospedali pubblici. E se è questo l’obiettivo che ci poniamo, non possiamo pensare solo a rispettare determinate scadenze».