Cimo Fesmed e Nuova Ascoti chiedono la revoca dell’ordinanza di Rossi che blocca l’intramoenia
Per il presidente dell’associazione degli Ortopedici, Michele Saccomanno, “questa intollerabile ordinanza” che “aumenta le liste d’attesa” e mina “il legame professionale tra chi offre le proprie capacità e coloro che ‘corrono’ in Toscana da altre regioni”. Per il presidente della Cimo-Fesmed, Guido Quici, quella di Rossi è “l’ennesimo” attacco a “un diritto“. E “negare i più elementari diritti contrattuali per perseguire una propria ideologia, fatta solo di demagogia, serve solo a rimarcare una gestione della sanità monocratica”.
08 MAG – Dopo l’Intersindacale medica e veterinaria della Toscana, anche la Cimo Fesmed e la Nuova Ascoti si schierano contro l’ordinanza 49 del 3 maggio del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che, nell’ambito delle nuove misure per la fase2 del’emergenza coronavirus, ha di fatto escluso l’intramoenia.
“Basta con la demagogia. Chiediamo l’immediata revoca della Delibera 49 del 3 Maggio 2020. La Libera Professione è un diritto e negare i più elementari diritti contrattuali per perseguire una propria ideologia, fatta solo di demagogia, serve solo a rimarcare una gestione della sanità monocratica che, per l’ennesima volta, dimostra avversione alla professione medica”, è il messaggio che la Federazione dei medici Cimo-Fesmed invia, attraverso una nota, a Rossi.
In merito ai contenuti dell’ordinanza per una ripresa delle attività, con cui si stabilisce un impegno dei medici su dodici ore ed oltre di tutti i giorni della settimana, la Cimo Fesmed si chiede: “come e con quali risorse? Con i progressivi tagli agli organici alle strutture sanitarie non eravamo in grado di sostenere nemmeno le prestazioni ordinarie? E’ oggettivamente impossibile recuperare, con le stesse risorse, mesi di interventi e prestazioni diagnostiche e ambulatoriali non eseguite”, osserva la Federazione. “E se anche si vogliono ambulatori e sale operatorie attive 12 o 16 ore – si chiede il Presidente della Federazione Guido Quici – il Governatore Rossi ha fatto una stima del reale fabbisogno di personale medico e sanitario da dedicare a tutte le attività istituzionali, ai nuovi percorsi Covid, ed al recupero delle prestazioni sanitarie non rese in questi mesi? Lo vuole fare con le stesse risorse di personale? No grazie”.
Per il presidente della Cimo Fesemd, “è ora di dire basta” a misure che dimostrato che i medici sono “considerati dalle Istituzioni come manovali della sanità, a basso costo e senza tutele”.
Contro l’ordinanza anche la Nuova Ascoti, che per voce del presidende Michele Saccomanno, osserva: “Fino a ieri il Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha blandito i medici chiamandoli ‘eroi’ ma il suo comportamento dimostra di non averlo mai pensato perché con l’ordinanza n. 49 del 3 maggio scorso, contenente le misure per la fase2, ha escluso l’intramoenia. Noi ortopedici ci sentiamo offesi e presi in giro perché in questo modo non si riducono le liste di attesa ma si aumentano. E non vogliamo che ci venga addebitata alcuna colpa”.
“Un primo tema da affrontare nella fase 2 dell’emergenza COVID-19 – prosegue Saccomanno – era la carenza di personale. Presidente Rossi, il legame professionale creato tra chi, anche in libera professione intramoenia, offre le proprie capacità e coloro che ‘corrono’ in Toscana da altre regioni rappresenta la ricchezza di un’alleanza terapeutica tra pazienti e medici. Lei la interrompe con questa improvvida ordinanza”, aggiunge Saccomanno.
“Alla Fnomceo, ai sindacati, a Cittadinanza Attiva, chiediamo di difendere unitariamente questa ricchezza della sanità pubblica toscana. Gridiamo insieme contro questa intollerabile ordinanza, chiedendo al Consiglio Regionale di intervenire per revocare un provvedimento che mortifica ed umilia chi dai cittadini è ancora visto come l’unica risorsa per uscire da questa crisi”, conclude.
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