Covid-19, i sindacati della dirigenza medica e sanitaria proclamano lo stato di agitazione
I sindacati non escludono una giornata di protesta ‘virtuale’ se le loro richieste non verranno accolte: DPI per tutto il personale sanitario, quarantena con sorveglianza attiva per chi ha avuto contatti stretti con positivi, limiti alla responsabilità civile, penale e erariale, riconoscimento premiale, aumento dei contratti di formazione e assunzioni a tempo indeterminato. Fp Cgil Medici e Uil Fpl Medici non aderiscono
«Ci troviamo costretti, nostro malgrado a proclamare lo stato di agitazione, senza escludere la proclamazione di una giornata di protesta nazionale in forma virtuale, ossia garantendo, con senso di responsabilità, la regolare esecuzione della prestazione lavorativa». Così le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Servizio sanitario nazionale (Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Aaroi Emac, Fassid, FVM, Cisl Medici, Anpo-Ascoti-Fials Medici) in una nota congiunta. Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn e la Uil Fpl Medici, Veterinari e Dirigenti sanitari, invece, non aderiscono allo stato di agitazione.
«L’emergenza da COVID-19 in atto nel nostro Paese sta mettendo a dura prova le strutture e gli operatori sanitari che da oltre un mese operano in condizioni precarie esponendosi a rischi sempre più frequenti e il più delle volte a danno della loro stessa salute – spiegano i sindacati -. Oggi si contano quasi 90 decessi e il bollettino di guerra è destinato ad aumentare. Le organizzazioni sindacali hanno rivolto, dall’inizio della pandemia, numerosi appelli al Governo e al Parlamento affinché fossero accolte le loro istanze, tese innanzitutto alla sicurezza degli operatori, ma ad oggi non abbiamo trovato la disponibilità ad una soluzione condivisa, in tempi certi e rapidi».
Queste le richieste dei sindacati:
– Modificare il disposto di cui agli articoli 16 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 e 34 del Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9, per garantire il rispetto delle norme previgenti nazionali e Comunitarie sui dispositivi di protezione individuale (DPI), assicurando agli operatori sanitari dispositivi almeno ffp2 per assistenza dei pazienti Covid-19 e ffp3 in corso di procedure invasive;
– Modificare l’articolo 7 del Decreto Legge 9 marzo 2020, n. 14, che esclude gli operatori sanitari, e dei servizi pubblici essenziali, dall’applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva nell’ipotesi di contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva, prevedendo sospensione della attività ed obbligo di isolamento fiduciario per almeno 72 ore e rientro in servizio solo previa effettuazione di tampone che attesti la negatività al Sars-CoV-2, nonchè controlli diagnostici successivi;
– Limitare ai soli casi di dolo la responsabilità penale, civile amministrativa ed erariale degli esercenti le professioni sanitarie per eventi avversi verificatisi nel periodo dell’emergenza epidemica Covid-19;
– Erogare agli operatori impegnati nella emergenza epidemica un riconoscimento premiale pari al raddoppio del valore economico delle indennità di guardia, di reperibilità e del valore orario degli
straordinari, ed una specifica indennità di rischio biologico per l’intera durata dell’emergenza epidemica;
– Aumentare i contratti di formazione post laurea, autorizzando l’ulteriore spesa di 125 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di 130 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, al fine di portare l’offerta formativa dagli attuali 9.000 a 14.000 contratti di formazione specialistica;
– Assumere specialisti con rapporti di lavoro subordinato, a tempo indeterminato attingendo da graduatorie esistenti o, in loro assenza, determinato, mediante avvisi pubblici con procedure semplificate, aperti anche ai medici specializzandi iscritti al IV e V anno del corso di specializzazione, senza vincoli di assegnazione alle strutture della rete formativa, evitando contratti libero- professionali “usa e getta” e convertendo quelli già sottoscritti in contratti subordinati a tempo determinato.
La Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn e la Uil Fpl Medici, Veterinari e Dirigenti sanitari non aderiscono allo stato di agitazione virtuale proclamato dagli altri sindacati di categoria. «Non è tempo di dichiarare lo stato di agitazione – spiegano in una nota -, è tempo di mettersi ancora di più a disposizione dei cittadini e dei lavoratori e di pretendere con forza che venga applicato in tutti i luoghi di lavoro il protocollo di intesa sottoscritto da Cgil Cisl e Uil con il Ministero della Salute per garantire la sicurezza degli operatori sanitari».
«Questo momento storico – affermano – richiede la massima vicinanza degli operatori sanitari ai cittadini, oltre ad uno straordinario impegno delle organizzazioni sindacali in un confronto continuo con Regioni e Governo. Il nostro ruolo ci impone di agire con la responsabilità che questo drammatico momento richiede. Non ci possiamo permettere di aggiungere ulteriori motivi di disagio e preoccupazione agli operatori che oggi sono impegnati sul campo a fronteggiare la Covid-19. Il nostro posto è nelle aziende e nei territori a combattere per dare risposte, una protesta virtuale non è quello che serve, ciò di cui abbiamo bisogno è che la politica agisca».