«Siamo come soldati che vanno al fronte a mani nude». Il grido d’allarme dei sindacati: «Mancano dispositivi di protezione»
Sanità Informazione – Roma, 24/02/2020. Preoccupazioni e timori sono condivisi dai medici ospedalieri, che in alcuni casi stanno vivendo situazioni difficili, come a Schiavonia, nel padovano, dove l’intero nosocomio è stato isolato e il personale sanitario sottoposto al tampone. «Ci si trova impreparati, non tutti gli ospedali hanno in questo momento i dispositivi di protezione individuale, non è stata fatta sufficiente formazione interna. Io ho avviato un questionario che ha già 123 risposte, da tutta Italia, ed emergono queste diversità. C’è grande disorganizzazione», sottolinea a Sanità Informazione Guido Quici, presidente della Federazione Cimo- FESMED.
«Le mascherine in alcune aree stanno solo in Pronto soccorso, però chi sta in laboratorio e riceve duecento prelievi al giorno spesso non è dotato di queste mascherine. Non tutti hanno previsto delle aree di isolamento. Non tutti hanno previsto dei percorsi differenziati. In alcune aree risulta che ancora non c’è un protocollo uniforme. Siamo veramente in una fase iniziale dove si è stati presi in contropiede.
Adesso tutti dicono ‘bravi i medici’, ma fino ad ora la politica dove è stata?
Questa epidemia deve far riflettere sulla professione del medico, su come è necessario investire in sanità. Senza contare che, con tanti medici in isolamento o colpiti dal virus, la carenza di professionisti rischia di deflagrare».