COMUNICATO STAMPA CIMO VENETO

CIMO impugna al Tribunale Amministrativo Regionale la Delibera della Regione Veneto sulla formazione delle Professioni Sanitarie per conseguire le Competenze Avanzate

 

CIMO, Sindacato dei medici chirurghi, dei medici veterinari e degli odontoiatri ospedalieri, a livello di Segreteria Regionale per il Veneto, ha impugnato in data 7 gennaio 2020 al TAR di riferimento la Deliberazione della Giunta della Regione Veneto n. 1580 del 29 ottobre 2019, pubblicata nel BUR in data 8 novembre 2019 sulla formazione regionale delle Professioni Sanitarie che consentono le Competenze Avanzate CIMO Veneto contesta che la deliberazione impugnata, in pretesa applicazione del contratto collettivo nazionale del comparto Sanità ed in contrasto con la normativa di legge nazionale, consenta che siano attribuite “competenze avanzate” al personale dipendente del SSN appartenente alle professioni sanitarie di cui alla l. 1 febbraio 2006, n. 43, mediante la frequenza a corsi organizzati dalla Regione.

 

La normativa di legge nazionale prevede le “competenze avanzate” solo per i laureati con diploma che abbiano conseguito, con frequenza ad appositi master perlomeno annuali, la qualifica di specialista ex art. 6, c. 1, lett. c) della medesima legge, la quale ne individua anche i contenuti mediante rimando ai decreti istitutivi dei predetti  aster.

 

La Deliberazione, inoltre, pare essere volutamente ambigua in ordine ai compiti da affidare a tali professionisti. Tali compiti potrebbero così sovrapporsi a quelli già previsti per la professione medica.

CIMO Veneto ritiene nell’interesse della categoria e nell’interesse comune della cura dei pazienti che tali funzioni siano attribuite a chi abbia avuto una adeguata formazione e che vi sia chiarezza sul loro contenuto nel rispetto del riparto delle rispettive competenze.

 

I predetti corsi, inoltre, prevedono una attività formativa di 300 ore non paragonabile a quella impartita nei corsi universitari che si sviluppano su 1500 ore.

 

Tali corsi inoltre sono al di fuori della formazione universitaria, e quindi invadendo la competenza statale nell’ambito della regolamentazione delle professioni, creano un percorso regionale che non avrebbe riconoscimento, in difetto di specifica normativa, nel resto del territorio nazionale.

 

Vicenza, 8 gennaio 2020


Comunicato Stampa Cimo Veneto

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