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Intramoenia, Quici (Cimo): libera professione medici è nei diritti del paziente
Per combattere le liste d’attesa bisogna assumere medici, non spremere quelli in servizio, in organici risicati, togliendogli ore di libera professione. Non è solo un problema economico, una regione non può far saltare istituti di un contratto nazionale senza esporsi a contenziosi. È la replica a freddo di Guido Quici, presidente Cimo, all’idea del governatore toscano Enrico Rossi di destinare metà delle ore di intramoenia concesse agli ospedalieri locali all’abbattimento delle liste d’attesa, acquistandole. Quici avverte: libera professione e liste d’attesa sono scollegate, la prima chance la chiede lo stesso paziente, e per di più le esternazioni di Rossi dimostrano come sia giunto il tempo per rinegoziare l’indennità di esclusività nel contratto nazionale, in quanto si vuol ridurre ulteriormente una forma di libera professione già attenuata, per irreggimentare la quale il servizio sanitario compensa l’ospedaliero con l’indennità di esclusività. «Stiamo alle parole di Rossi, non conosco ancora il testo del nuovo provvedimento e gli inquadramenti anche fiscali e previdenziali delle 5 ore di attività istituzionale che verrebbero tolte alle 10 settimanali concesse di libera professione intramoenia. La Toscana già sta pagando ore aggiuntive ai medici ospedalieri per aumentare l’offerta. Ricordo che la libera professione è spesso l’unica gratificazione del medico; per me è un “plus” poiché consente al paziente di essere preso in carico da un medico che ha scelto lui, cosa diversa dallo scegliere l’ospedale». (Rossi aveva parlato di “libera scelta dell’ospedale”, in luogo di quella del medico ndr) […]
7 novembre 2018