RASSEGNA STAMPA IN EVIDENZA
Medici ospedalieri pronti allo sciopero
I camici bianchi chiedono 500 milioni per l’aumento degli stipendi del 3,48%: “Siamo allo stremo, attendiamo il rinnovo da anni”. Intanto è fuga dagli ospedali
di ANGELO LUPOLI
ROMA – I medici ospedalieri sono pronti allo sciopero per sostenere il rinnovo del contratto di lavoro. Tutti i sindacati di categoria, da Anaao Assomed a Cgil medici, Fvm, Cisl e Uil medici, Cimo, Fesmed e Fassid sono d’accordo. “Servono 500 milioni per l’aumento del 3,48% degli stipendi (previsto per i dipendenti pubblici, ndr) e 60 milioni per garantire l’indennità di esclusività della massa salariale”, ha spiegato ieri Andrea Filippi, segretario nazionale della Cgil medici.
La categoria è ormai allo stremo e attende da anni il rinnovo. “Siamo arrivati a una vera e propria fuga dagli ospedali, i medici che non vanno in pensione scelgono le strutture private impoverendo il servizio sanitario”. Guido Quici, presidente nazionale della Cimo, uno dei sindacati più rappresentativi dei medici ospedalieri, conferma l’allarme: “I soli pensionamenti porteranno via dalle corsie 7.500 medici nei prossimi tre quattro anni. E non si fa niente, solo qualche contratto interinale a specializzandi che di regola non potrebbero essere impegnati come ospedalieri”. La sanità privata ha già pagato un prezzo alto: dal 2009 al 2015 8.200 medici e 44.600 sanitari hanno lasciato l’attività. E ad aggravare la situazioni, con ulteriori fughe dal pubblico, potrebbe essere il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Tutti i medici ospedalieri sono in attesa da anni del rinnovo. “Non saranno grandi cifre – aggiunge Quici – ma il rinnovo è sicuramente un segnale di attenzione verso oltre 110 mila professionisti che ogni giorno dimostrano il loro impegno lavorando in strutture carenti o affrontando, e accade sempre più spesso, pazienti arrabbiati o violenti”.
Il tavolo tecnico aperto all’Aran da mesi non ha portato risultati soprattutto perché le Regioni non hanno accantonato fondi per i rinnovi. Per i 64 mila medici della medicina convenzionata, stima il centro studi del Cimo, le Regioni hanno accantonato 356 milioni permettendo così l’accordo collettivo con una spesa di 300 milioni di euro. Per i 110 mila medici dipendenti del servizio sanitario le Regioni nello stesso periodo hanno accantonato solo 12,9 milioni (e per il 95% da Lombardia ed Emilia Romagna), pur avendo ricevuto fondi incrementali dallo Stato ed essendo obbligati all’accantonamento da precise disposizioni di legge. Da Torino a Palermo, quindi, non c’è un euro a disposizione.
Ora i medici ospedalieri vogliono chiarezza sulle risorse economiche prima di discutere gli aspetti normativi del contratto. “Ci devono dire – incalza Quici – l’entità reale degli accantonamenti regionali a favore dei medici dipendenti per il triennio 2016-18”. Anche perché le Regioni stanno “trattenendo” circa 1,4 miliardi dei fondi versati dai medici all’atto del pensionamento e destinati alla Ria (Retribuzione Individuale di Anzianità). Il “tesoretto” era stato bloccato in via temporanea ma è ormai fermo da tempo. Così è svanita, apparentemente nel nulla, una cifra che sarebbe dovuta servire a finanziare le progressioni di carriera dei medici.
medici convenzionati (64.000) | dirigenza medica (110.000) | |
---|---|---|
PIEMONTE | 23,563 | 0 |
VALLE D’AOSTA | 0 | 0 |
LOMBARDIA | 62,377 | 9,801 |
BOLZANO | 0,516 | 0 |
TRENTO | 5,053 | 0 |
VENETO | 26,548 | 0 |
FRIULI | 0 | 0 |
LIGURIA | 9,5 | 0 |
EMILIA ROMAGNA | 27,676 | 2,515 |
TOSCANA | 22,309 | 0,217 |
UMBRIA | 7,378 | 0 |
MARCHE | 16,538 | 0 |
LAZIO | 30,867 | 0 |
ABRUZZO | 7,057 | 0 |
MOLISE | 2,275 | 0 |
CAMPANIA | 40,891 | 0,042 |
PUGLIA | 26,375 | 0 |
BASILICATA | 4,053 | 0,122 |
CALABRIA | 12,149 | 0,222 |
SICILIA | 29,777 | 0 |
SARDEGNA | 1,861 | 0 |
TOTALE | 356,763 | 12,919 |
Fonte: NSIS, modello CE – elaborazione: CENTRO STUDI CIMO – valori in milioni di euro