Intervista al Presidente Nazionale CIMO


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Contratto della dirigenza medica in stallo tra nuovi e vecchi macigni*


[…] Cimo: «Se queste sono le basi siamo pronti a non firmare il contratto» 

Intanto in Gazzetta ufficiale è stata pubblicata la delibera Cipe che ripartisce tra le regioni l’importo di 30,15 milioni di euro, a valere sulle disponibilità del Fsn 2017, vincolati al finanziamento del Fondo per l’esclusività del rapporto del personale dirigente del ruolo sanitario che ha optato per la libera professione intramuraria. «Una cifra ben più bassa – sottolinea Guido Quici, presidente di Cimo – rispetto ai 43 milioni previsti. Questo a riprova del fatto che le Regioni hanno accumulato un grosso risparmio sul costo del personale, così come testimoniato anche dal conto annuale. L’inganno è doppio. Da un lato non si capisce perché la dirigenza medica non debba avere lo stesso trattamento previsto dal resto della pubblica amministrazione e degli altri attori della sanità, come i professionisti del comparto, i pediatri, gli specialisti ambulatoriali e i medici di medicina generale, per i quali sono stati trovati fondi e soluzioni per i rinnovi contrattuali e le convenzioni».

 

Dall’altro, sul fronte dell’inclusione dell’indennità di esclusività nel monte salari – conclude Quici – siamo di fronte a un problema economico fasullo. Stiamo parlando di una voce di spesa ferma da quattordici anni, che non solo si rifiuta di includere nella massa salariale ma di fatto non è più neanche adeguata alla sua funzione originaria. Ovvero di compensare il medico che sceglie l’esclusività del rapporto con il Sistema sanitario nazionale. Allora ridiscutiamo tutto e rivisitiamo e rilanciamo la libera professione intramuraria, per intercettare il nuovo mercato della sanità integrativa e far tornare risorse fresche nella sanità pubblica. Superando anche i pregiudizi sulle liste d’attesa, che non sono causate dall’intramoenia ma dalla cattiva organizzazione. Se le basi restano queste, siamo di fronte a disparità di trattamento contro le quali Cimo è pronta ad adire alle vie legali contro le Regioni. E un contratto così noi non lo firmeremo».

 

Dall’articolo del 29 marzo 2018 *di Rosanna Magnano – www.sanità24.ilsole24ore.com