CIMO RISPONDE A ROSSI
ROSSI SI VERGOGNI LEI
Le esternazioni del Presidente della Regione Toscana non destano certamente meraviglia, perché trasudano di demagogia secondo un copione che ricorda alcuni Paesi del Continente prima della caduta del muro di Berlino.
Ma davvero si vuol far credere agli italiani che le lunghe liste di attesa siano da collegare ai medici che esercitano la libero-professione fuori orario di lavoro? Che le stesse liste di attesa si eradicano eliminando la libera-professione?
A volte non si capisce se le esternazioni siano frutto di non perfetta conoscenza della tematica, cosa molto difficile da credere, o viceversa siano la consapevolezza di un contesto socio-economico nazionale che, di fatto, non è in grado più di garantire la sostenibilità del servizio sanitario e l’accesso alle cure. E, allora, si vuole trovare nel medico il “capro espiratorio” di una evidente incapacità della politica a garantire un’adeguata offerta sanitaria.
Un illustre Politico una volta disse che “pensar male è peccato ma a volte si ci azzecca”; ebbene come facciamo a non immaginare un incombente flusso di risorse anche professionali verso la sanità privata? Come facciamo a non immaginare una medicina low-cost sempre più aggressiva?
Certo, di fronte ad una accentuata deospedalizzazione, ad una mancata riforma delle cure primarie, ad un aumento delle cronicità con ben 50.000 operatori sanitari in meno negli ultimi sette anni, incluso la perdita di oltre 8.000 medici, l’offerta sanitaria non poteva non subire una contrazione, determinando di fatto un aumento dei tempi di attesa.
Chi opera in sanità conosce perfettamente queste dinamiche, ma ciò che veramente indigna è il voler negare l’evidenza attraverso un falso moralismo.
Garantiamo, piuttosto, alle aziende le giuste risorse, mettiamole in condizione di essere davvero competitive e lasciamo la possibilità al medico di svolgere, oltre il proprio orario di lavoro, la sua professione anche e soprattutto a garanzia della continuità delle cure.
Il disegno di legge che intende proporre il Presidente Rossi è nell’ottica dell’assolutismo, noi riteniamo, invece, che il rilancio della sanità italiana necessiti di un atteggiamento etico-politico liberalista che motivi e valorizzi, dopo tanti anni di sacrifici, i medici ed i professionisti della salute.
GUIDO QUICI
Vice Presidente Vicario CIMO