SANITA’: CIMO, INSUFFICIENTE MOZIONE RENZI SU WELFARE E SALUTE
Roma, 21 mar. (AdnKronos Salute) – “La mozione presentata da Renzi al Congresso Pd offre numerosi spunti di riflessione. Ma poiché rappresento un’organizzazione sindacale, è doveroso da parte mia soffermarmi sul capitolo che ha come titolo ‘welfare e salute’, che coinvolge tutti i cittadini italiani e un’importante fetta del tessutosociale fatto da medici e operatori sanitari”. In questa parte la mozione “è da considerarsi ancora insufficiente” e “dimostra la necessità di una più accurata attenzione ai problemi dei cittadini italiani”. Questa l’opinione espressa in una nota da Guido Quici, vicepresidente nazionale del sindacato Cimo.
“In questi anni – ricorda – ci siamo più volte lamentati del fatto chela sanità non è mai stata ricompresa nell’agenda di Governo. Di fatto,ha sostituito la scuola all’ultimo posto nella lista delle priorità per il Paese. Le leggi finanziarie degli ultimi anni lo dimostrano chiaramente e gli effetti sul nostro Ssn sono sotto gli occhi di tutti. Eppure il ministro Lorenzin ha provato a riportare la sanità nell’agenda di Governo, ma proprio da parte del Governo è mancato il supporto alle sue iniziative, uno su tutti l’art. 22 del Patto per la Salute”.
“Non a caso – sottolinea Quici – si è registrato negli ultimi anni un aumento drastico degli italiani, oltre 10 milioni, che dichiarano di non potersi curare e, non a caso, è aumentato in modo esponenziale l’out of pocket quantificabile nella misura di circa 34 miliardi l’anno. Intanto, i risvolti negativi vanno dalle note vicende dei pronto soccorso italiani, alle liste di attesa sempre più lunghe per carenza di personale e mancate riorganizzazioni, agli scandali delle sanità regionali, alla esplosione del precariato, al salto generazionale con conseguenze pesanti in settori quali le chirurgie, fino alla mancata attuazione di piani sanitari a iniziare dalle cronicità”.
“Lo sappiamo da anni e lo abbiamo sempre denunciato – osserva il vice presidente Cimo – che manca il personale sanitario, che i medici sono una razza ‘in estinzione’, come sappiamo da anni che la professione medica è stata marginalizzata e, di fatto, ‘commissariata’ per motivi di ordine economico a danno della qualità esicurezza delle cure. E allora, si intende davvero investire in politiche pubbliche della salute? Le attuali esperienze regionali dimostrano il contrario”.
“La crescita esponenziale della sanità privata, favorita dai superticket e dalla guerra all’intramoenia, e soprattutto della medicina low cost – riflette Quici – è avvenuta in un contesto che ha visto una selvaggia deospedalizzazione delle strutture pubbliche, senza l’implementazione di una vera politica sanitaria territoriale. La spending review è stata fin troppo efficace sulla spesa ospedaliera, perché favorita della possibilità di standardizzare i processi. Ma intanto ci chiediamo: come sono state utilizzate le maggiori risorse trasferite in questi anni dall’assistenza ospedalieraa quella territoriale?”. Ragiona il sindacalista: “La sanità è parte integrante del welfare, per cui occorre preliminarmente chiarire qualesistema di protezione sociale si vuole perseguire”.
“Oggi lo Stato impegna per il welfare una spesa di 446.956 miliardi (dati Istat 2015), di cui il 66,3% per la previdenza, il 10,2% per l’assistenza e il 23,5% per la sanità – elenca Quici – E allora, che tipo di welfare immagina Renzi? Intende confermare l’attuale modello italiano affidato alla famiglia? Se sì, occorrono ulteriori interventi, questa volta non spot, ma che vadano oltre gli assegni familiari e i benefit, e che coinvolgano anche strumenti di tax break,ovvero di sostegno fiscale. Ciò in considerazione del fatto che la ripartizione della spesa pubblica alle famiglie rappresenta solo l’1,5% del Pil, rispetto a una media europea del 2,25% o della Franciadel 3,9%. Tanto consentirà, ad esempio, anche attraverso partnership pubblico-privato, la sostenibilità delle long-term care essenziali perassistere gli anziani non autosufficienti. Nei prossimi mesi, in previsione della tornata elettorale, Cimo solleciterà tutte le forze politiche affinché la sanità italiana occupi un ruolo centrale nei futuri programmi elettorali, unitamente al sistema di protezione sociale del nostro paese”.