Fabbisogno medici, dissenso sindacale sulle modalità di calcolo. Cassi (Cimo): non ci hanno interpellato
L’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fvm – Fassid (Aipac-Auoi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Anpo-Ascoti-Fials Medici) contesta il metodo e il merito del lavoro portato avanti fino ad ora dal Tavolo Ministero-Regioni per il calcolo del fabbisogno dei medici, veterinari e sanitari del Ssn. Nella lettera inviata prima di Natale ai ministri della Salute e dell’Economia e alle Regioni, ha, infatti, chiesto un incontro per una puntuale informazione sulla metodologia tecnica utilizzata.
«Sia il Patto per la Salute che la Legge Finanziaria dell’anno scorso e di quest’anno – spiega a DoctorNews33 Riccardo Cassi, presidente Cimo – chiedono che venga determinato un fabbisogno per poi poter procedere alle assunzioni. Il problema sono le modalità con cui si calcola questo fabbisogno. Si era chiesto di poter partecipare al tavolo Ministero-Regioni perché per noi è fondamentale che i fabbisogni siano calcolati partendo da giusti presupposti. Invece non siamo stati interpellati». Cassi precisa poi come, secondo le indiscrezioni trapelate, per i lavori di determinazione dei fabbisogni, il Tavolo sia partito da un modello elaborato dalla Regione Piemonte calcolando un fabbisogno correlato ai Drg che però, a suo dire, non sono uno strumento che valuta la complessità delle variabili da tenere in considerazione.
«La correlazione dei tempi medi di produzione in regime di ricovero con gli indicatori previsti dal sistema Dgrs, per rapportarli alla diversa complessità delle prestazioni e azioni mediche, è concettualmente errata, essendo il sistema Drgs costruito per tentare di individuare la giusta remunerazione delle attività sanitarie, e non per misurare la complessità clinica delle stesse», si legge nella nota dell’Intersindacale. «Abbiamo chiesto di essere ascoltati – aggiunge ancora Cassi – prima che il Tavolo arrivi alle conclusioni dalle quali poi il Mef autorizzerà le assunzioni». Secondo il presidente Cimo il fabbisogno è poi anche strettamente correlato a quanto le Regioni abbiano attuato o meno il decreto ministeriale 70/2015, e nello specifico a quanto abbiano o meno riorganizzato la rete ospedaliera. «Bisogna avere sì un modello di riferimento generale – conclude Cassi – che possa essere però adattato alle singole realtà sul territorio. Vorremmo che tutti questi argomenti fossero occasione di un tavolo di confronto con il ministero ma soprattutto con le Regioni che sono i nostri interlocutori. Aspettiamo, quindi, di essere convocati».