Caso Nola, Cimo Campania: reintegrare i medici e trovare i veri responsabili
«Rispetto e gratitudine per il personale medico. Individuazione rigorosa di ogni responsabilità. Se c’è uno che ha tutelato il personale medico impegnato ogni giorno e ad ogni ora in trincea nei nostri ospedali, è il Presidente della Regione». Con queste parole il presidente della Regione Campania ha voluto precisare la sua posizione rispetto alla categoria dopo il ventilato licenziamento dei medici di Nola, precisando che «non sarà tollerata una virgola di incapacità, di disorganizzazione e di sciatteria che sono i residui di un’eredità che abbiamo trovato».
Una rettifica raccolta da Antonio De Falco, segretario Cimo Campania, che chiede «il reintegro al loro lavoro dei medici coinvolti a partire da domani stesso». Non solo, il segretario Cimo Campania prende le difese anche dei responsabili della struttura, nel mirino del governatore campano per non “aver avuto il potere e la capacità organizzativa nel trovare soluzioni alternative per gestire l’emergenza».
«In questa situazione incresciosa» sottolinea De Falco, «quello che non è stato capito, e sembrerà kafkiano ma è così, è che il vero problema, presentatosi nelle ore notturne, è stato la mancanza di barelle più volte richieste dai responsabili e mai fornite. Quale soluzione avrebbero dovuto attuare i responsabili? Sappiamo benissimo» continua «che De Luca ha ereditato una sanità allo sfascio -ma è da irresponsabili scaricare le colpe su chi lavora in trincea senza mezzi idonei e senza veri poteri decisionali. Non voler reintegrare il primario della medicina d’urgenza e il responsabile del pronto soccorso, significa solo ed esclusivamente proteggere il proprio apparato di burocrati, incapace di governare i processi e soprattutto di prevenire le emergenze. Ci auguriamo che le commissioni d’inchiesta istituite e l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica del tribunale di Nola, chiariscano chi e perché, nell’attesa dell’apertura dell’Ospedale del Mare, ha consentito la chiusura di pronto soccorso nella città e nella provincia di Napoli, senza rinforzare, in uomini e mezzi, i pronto soccorso rimanenti, e se ciò non ha determinato un deficit assistenziale in tale settore dell’emergenza. E inoltre chi e perché, nell’attesa dell’apertura dell’Ospedale del Mare si è ostinato e si ostina tutt’ora a non voler inserire a pieno titolo nel circuito dell’emergenza i due policlinici e l’ospedale Monaldi» conclude De Falco. «Raccoglieremo, garantendo l’anonimato, ogni segnalazione, da parte di operatori sanitari o utenti, utile a fare un libro bianco sullo stato di salute e di trasparenza della nostra sanità».