Contratto medici, Cassi (Cimo): è arrivato il momento di investire sulla professione
Il contratto di lavoro dei medici ospedalieri è bloccato da sette anni, questo assieme al blocco del turn over ha drammaticamente peggiorato le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e delle altre strutture del Ssn. A ribadirlo una nota del presidente nazionale Cimo Riccardo Cassi che sottolinea come, dopo l’approvazione delle aree contrattuali sia giunto il momento di siglare il contratto.
«Al mancato aumento stipendiale» sottolinea il presidente Cimo «si sono inoltre sommate erosioni continue di tutti i fondi previsti dal contratto nazionale che hanno impedito di remunerare l’incremento di lavoro al quali i medici sono stati costretti per poter continuare a garantire i servizi H24 per 365 giorni l’anno e finanziarie che hanno ridotto drasticamente le possibilità di progressione della carriera. Tutto questo non è più tollerabile e deve finire. Il contratto di lavoro» continua «è lo strumento per poter valorizzare il merito e la competenza dei medici del Ssn, ma per far questo occorrono risorse: per prima cosa è necessario bloccare tutti i meccanismi che sono previsti all’interno dell’ultima finanziaria che riducono ancora i fondi accessori. Questi fondi sono quelli che premiano il merito e il valore professionale e pagano il lavoro straordinario a cui il medico è costretto per sopperire alla carenza di personale aggravata dalla inefficienza gestionale delle Regioni che non riescono a riorganizzare la rete ospedaliera. Come sindacato, ma anche come cittadini, non possiamo più permettere una situazione del genere».
«Il Ministro Lorenzin» aggiunge Cassi «ha promesso a Rimini durante la III conferenza nazionale della Fnomceo ma non basta. Sappiamo bene che la questione dipende da tutto il Governo e non solo dal Ministro della Salute. Ed è per questo che ci appelliamo al Presidente del Consiglio Renzi affinché si renda conto che la Sanità è una realtà che chiede attenzione, così come è avvenuto per la Scuola e la Pubblica Amministrazione. La ricchezza del servizio sanitario nazionale non sono solo le strutture e l’alta tecnologia, ma soprattutto l’elevata competenza professionale di chi ci lavora, che ha diritto a vedersela riconosciuta. I medici italiani sono il valore aggiunto per la sanità pubblica. Il personale medico italiano è molto qualificato per questo molti dei nostri colleghi trovano facilmente lavoro all’estero Adesso» conclude la nota «è quindi necessario a tornare ad investire sui professionisti, valorizzando la qualità del loro lavoro e delle loro competenze. Non serve riempire gli ospedali di nuove attrezzature se non si ha un personale medico qualificato e motivato, in grado di utilizzarle al meglio».