COMUNICATO STAMPA
Cimo aumenta la rappresentatività, confermandosi il primo sindacato di soli medici
Cassi: “Forti di questo mandato difenderemo ancora una volta e a gran voce la specificità e la peculiarità del lavoro del medico”.
Ringraziamo tutti coloro che in questi anni ci hanno confermato la loro fiducia approvando la nostra scelta di continuare a rappresentare soltanto i medici, anche in un’area allargata ad altre professioni sanitarie, ritenendo che la categoria necessiti di una rappresentanza specifica, la sola in grado di tutelare la peculiarità di una professione che negli ultimi anni è stata una delle più penalizzate in Italia, afferma Riccardo Cassi, presidente Cimo. Noi come sindacato ci siamo sempre impegnati a sostenere i colleghi perché conosciamo bene le criticità del nostro lavoro. Fare il medico in Italia non è cosa semplice. Siamo vessati dalla burocrazia, dalla politica, dai budget e curare un paziente è diventata più una corsa ad ostacoli che una missione per la quale abbiamo prestato il giuramento di Ippocrate.
E poi c’è la questione delle assicurazioni, che siamo obbligati ad avere perché quelle delle aziende sanitarie coprono solo una parte di responsabilità, quando sappiamo bene che spesso gli errori in corsia dipendono in buona parte dall’organizzazione che non fa capo al medico. E le assicurazioni costano molto, lo sanno bene i giovani colleghi che faticano a coprire la spesa.
Due giorni fa il Comitato di Settore ha reso pubblico l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto, fermo da sette anni, che presenta importanti criticità, in particolare l’ennesimo tentativo delle Regioni di non riconoscere l’orario di lavoro di 38 ore settimanali che è l’unica garanzia per i medici di non essere sottoposti a turni stressanti senza riposi.
Questo significa – prosegue Cassi– che le Regioni ancora una volta vogliono eludere la normativa europea invece di provvedere a nuove assunzioni di personale medico, assunzioni che non sono più rinviabili.
Non condividiamo inoltre la scelta di diffondere l’atto di indirizzo senza che sia stato emanato il DPCM che stabilisce le risorse disponibili. Un contratto consta di una parte normativa e di una parte economica, l’assenza della seconda rende le proposte un mero esercizio formale.
Questa è un’occasione per noi per rivendicare ancora una volta e a gran voce, la specificità del lavoro del medico nel SSN e chiediamo che venga introdotta una sezione per la dirigenza medica, veterinaria e odontoiatrica che regoli gli aspetti peculiari della professione che non possono trovare risposte nella nuova ed indistinta area contrattuale.