Specializzandi. Regioni dicono sì ad assunzione nel Ssn a tempo indeterminato o determinato, ma senza qualifica dirigenziale. Sindacati tiepidi
Oggi nuova riunione al Ministero della Salute del tavolo per la delega al lavoro in sanità. Presentate le proposte delle Regioni. Bocciato il tutor per ogni specializzanto e novità sulla formazione in medicina generale che diventa sempre più assimilabile ad una specializzazione tout court. Sindacati delusi perché i tempi si dilatano. Prossima riunione l’8 giugno.IL DOCUMENTO DELLE REGIONI
Confermare la possibilità di accesso dei medici senza specializzazione al Ssn a tempo indeterminato (ma in serata, leggi più avanti, il Coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni Antonio Saitta ha aperto alla possibilità del tempo determinato auspicato da parte dei sindacati per non favorire la nascita di medici di “serie B”), eventualmente individuando un contingente massimo. E ancora, no al tutor per ogni specializzando e rivisitazione della formazione in medicina generale che dovrebbe a tutti gli effetti tramutarsi in una specializzazione tout court. E infine, continuare ad affrontare solo le tematiche afferenti alla professione del medico, esclusi veterinari e altre professioni sanitarie non mediche.
Questi alcuni dei capisaldi che le Regioni oggi hanno rilanciato (vedi proposte maggio 2015) all’interno del tavolo per la delega al lavoro in sanità (ex art. 22 Patto Salute) che si è riunito oggi al Ministero della Salute. Nel documento elaborato dalle Regioni, che fa riferimento anche alle proposte dei sindacati del mese scorso, però ci sono anche altre novità.
Tra esse quella di voler “in via preliminare, di continuare ad affrontare solo le tematiche afferenti alla professione del medico, esclusi veterinari e altre professioni sanitarie non mediche, in quanto medici sono gli unici, ai sensi del Dlgs 368/99, a godere durante gli anni di formazione di contratti remunerati e perché ai sensi del DM 68/2015 non tutti gli ordinamenti didattici delle Scuole di specializzazione riservate ai non medici sono stati definiti”. Inoltre si propone di “mantenere l’attuale periodo di cinque anni riferito alla durata dell’incarico professionale di base rispetto ai tre proposti”. No alla proposta sindacale di un tutor per ogni specializzando.
Le reazioni dei sindacati sono state tiepide mentre Miur e Salute per ora prendono tempo. Tutto è stato rinviato all’8 giugno quando i sindacati porteranno ulteriori osservazioni alle proposte regionali.
“Oggi le Regioni hanno riproposto l’accesso al Ssn senza specializzazione su cui già un anno fa si era arenato il tutto – ha detto Riccardo Cassi, presidente Cimo – Siamo delusi perchè così i tempi si dilatano. Il doppio percorso non ci entusiasmava prima e non ci entusiasma oggi e infatti la nostra proposta prevede sì l’assunzione degli specializzandi ma a tempo determinato legato al periodo della specializzazione”.
“Un incontro interlocutorio – ha dichiarato il segretario della Cgil Medici, Massimo Cozza – e per quanto riguarda la proposta delle Regioni c’è il forte rischio che vengano usati medici a basso costo per coprire buchi d’organico”.
“Nulla di fatto, ora ci confronteremo per cercare di sbloccare la situazione”, ha detto il vicesegretario Anaao-Assomed, Carlo Palermo.
“Oggi le Regioni hanno presentato un documento sull’art. 22 del Patto della Salute contenente una serie di proposte. Come sempre ci sono cose da approfondire e cose che vanno gia’ bene ma possiamo dire che sono stati fatti parecchi passi avanti”. Ha detto ai giornalisti Massimo Garavaglia, coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, uscendo da un incontro. “Quello che interessa alle Regioni – ha sottolineato Garavaglia – e’ l’inserimento dei giovani medici”.
Ma Saitta apre al “tempo determinato” per gli specializzandi. Come abbiamo visto nel documento presentato dalle Regioni si parla esplicitamente di assunzioni a tempo indeterminato per gli specializzandi. Un’ipotesi avversata dai sindacati che temono la nascita di “medici di serie B” che resterebbero non dirigenti anche dopo il conseguimento della specializzazione. Ma in serata, in una nota, il Coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni Antonio Saitta sembra aprire alla possibilità che le assuzioni possano essere a tempo determinato limitato al periodo della specializzazione.
“Oggi – spiega Saitta – abbiamo fatto un importante passo avanti. Dopo le osservazioni presentate dalle associazioni sindacali abbiamo prospettato alcune ipotesi di lavoro proposte dalle Regioni, indirizzate solo alle professioni del medico, e ora attendiamo le valutazioni da parte dei dicasteri di Economia, la Salute e dell’Università e ricerca scientifica, nonché delle stesse organizzazioni sindacali. Torneremo poi ad incontrarci il prossimo 8 giugno, ma mi pare che ci siano i presupposti per una soluzione”.
“Sono tre – prosegue – i temi principali che abbiamo posto sul tavolo oggi. Il primo è relativo alla possibilità per medici senza specializzazione di accedere al servizio sanitario nazionale a tempo indeterminato o determinato, magari individuando un contingente massimo. Il secondo tema riguarda una revisione della formazione in medicina generale in modo da ricondurre obiettivi e crediti formativi a standard universitari, rispettando però il ruolo delle Regioni e delle scuole regionali in medicina generale. Infine il terzo tema riguarda la possibilità per le Regioni di finanziare contratti di formazione specialistica, anche con clausole aggiuntive, finanziati con risorse regionali”.
“Si tratta di ipotesi di lavoro finalizzate alla prosecuzione del confronto. Una volta che saremo arrivati ad una proposta condivisa – ha concluso Saitta – la porteremo come commissione Salute all’attenzione della Conferenza delle Regioni e delle province autonome”.
Luciano Fassari