Responsabilità professionale. Plauso con riserva da Fnomceo e sindacati
Arriverà in Aula di Montecitorio dopo l’approvazione della legge di Stabilità, presumibilmente a gennaio, ma per ora il disegno di legge sulla responsabilità professionale sanitaria e sul rischio clinico, approvato ieri dalla Commissione Affari Sociali della Camera e ora al vaglio delle Commissioni competenti, sta incassando un coro di consensi da parte della classe medica, che però non fa sconti su alcuni punti controversi del testo.
Chersevani (Fnomceo): «Bene per la rapidità, ma vigileremo sul testo»
«Un plauso alla Commissione Affari sociali della Camera e al relatore, Federico Gelli, per aver definito una materia così complessa come quella sulla responsabilità professionale in tempi rapidi. Nel merito, ci riserviamo di esprimere una valutazione più approfondita sui contenuti del provvedimento dopo un esame collegiale da parte del Comitato centrale». Così la presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani«Seguiremo con attenzione e responsabilità l’iter legislativo, offrendo come di consueto il nostro contributo di idee per giungere a una soluzione adeguata per la tutela della salute e dei cittadini e della professione medica».
Per Anaao: «Luci e ombre»
È un giudizio sostanzialmente positivo, ma non privo di ombre quello che l’Anaao Assomed esprime nei confronti del ddl sulla responsabilità professionale approvato ieri alla commissione Affari Sociali della Camera.
Il primo dato da apprezzare è avere riunito tutti i vari progetti di legge per arrivare finalmente all’iter per la discussione in Parlamento, un segnale dell’attenzione del mondo politico, e del relatore in particolare, verso un tema su cui si sono versati fiumi di parole nell’arco di 20 anni senza che si fosse mai giunti ad una ridefinizione legislativa. Positivo anche il richiamo alla centralità di un sistema di risk management all’interno di ogni azienda sanitaria sia pubblica che privata.
La novità più rilevante è nel passaggio dalla responsabilità contrattuale a quella extracontrattuale per il medico dipendente, che comporta che la colpa del sanitario deve essere provata da chi pretende il risarcimento, dando maggiore serenità al sistema delle cure dal punto di vista assicurativo anche ai molti giovani che vivono attualmente nel precariato.
I punti da ridiscutere
I dubbi arrivano invece nell’identificazione delle linee guida esimenti in quelle prodotte dalle Società Scientifiche iscritte in un apposito elenco. Forse, sarebbe stato meglio parlare di comunità scientifica e non demolire il Pnlg (Piano Nazionale Linee Guida), praticamente cancellato dalle mitragliate di tagli lineari delle finanziarie passate, e rafforzare un organismo indipendente più vicino all’esperienza della Cochrane Collaboration che ad astratti elenchi che non sono altro che un atto di fede.
Assolutamente non condivisibile è, invece, l’approccio scelto per modificare la responsabilità amministrativo-contabile (la temutissima rivalsa) ovvero la possibilità che al professionista venga richiesto di sborsare denaro in conseguenza del risarcimento, a causa dell’emergere dal testo di molteplici fattispecie di possibili rivalse.
Ci sarà tempo e modo di migliorare il testo durante l’iter parlamentare.
Intanto non possiamo che apprezzare la volontà di porre un freno all’aumento dei contenziosi, spesso del tutto velleitari, e all’auspicabile riduzione dei premi assicurativi, anche se non si è avuta la forza e il coraggio di avvicinarci a modelli europei solidi e sperimentati in cui la possibilità di subire 3 procedimenti giudiziari (penale, civile e amministrativo-contabile) semplicemente, non esiste.
Ora sono in molti a salire sul carro dei meriti, ma chiunque pensi di avere sminato in extremis le ragioni della mobilitazione del 28 novembre e dello sciopero del 16 dicembre si disilluda.
Cimo: soddisfatti ma ora subito approvazione
«Siamo soddisfatti per l’approvazione del Ddl sulla responsabilità professionale ma il percorso è ancora lungo. Chiediamo al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al Parlamento tempi rapidi per l’approvazione definitiva». Lo chiede il presidente della Cimo Riccardo Cassi, che però sottolinea: «Il percorso parlamentare non è ancora concluso, già altre volte Ddl licenziati dalle Commissioni non sono mai giunti all’approvazione definitiva, ma questa volta c’è l’appoggio del ministro della Salute, che più volte si è espressa pubblicamente a favore del provvedimento. Ci auguriamo quindi che la legge in tempi rapidi possa essere approvata definitivamente».