L’OSPEDALE DI INSEGNAMENTO E DI FORMAZIONE SPECIALISTICA
La situazione attuale: appare evidente che negli anni si è manifestata l’incapacità di una corretta e coerente programmazione delle iscrizioni, sia alla facoltà di medicina che alle scuole di specializzazione, in sintonia con le necessità assistenziali della sanità pubblica e delle nuove discipline specialistiche. è mancata la corrispondenza tra gli studi specialistici e la pratica professionale ed è sempre più evidente il cronico scollamento tra il sapere ed il saper fare, perché il sapere fine a se stesso in Medicina serve a poco, mentre è necessario saper fare ciò che serve ai cittadini italiani e ai loro bisogni di Salute.
I giovani laureati che si presentano a sostenere le prove di ammissione per entrare in una Scuola di specializzazione, sono determinati a perseguire la disciplina che si sentono di voler privilegiare, ma anche pronti ad accettarne un’altra di ripiego, pur di poter usufruire della relativa Borsa di Studio. Ne consegue, la presenza nei Reparti di Assistenti in Formazione insoddisfatti e soprattutto per nulla motivati a “formarsi”. è dunque necessario rivedere la disciplina dell’ammissione alle Scuole di Specializzazione, obbligando i medici a partecipare esclusivamente agli esami di ammissione alla scuola di specializzazione della Disciplina nel cui contesto hanno discusso la Tesi di Laurea.
Un altro aspetto riguarda la reale formazione degli specializzandi, che difetta su tutto il territorio nazionale e che, tranne rare eccezioni, non è in linea con la normativa vigente relativa alla quantità e alla qualità degli procedure diagnostiche e terapeutiche che ogni Specializzando deve poter svolgere in autonomia, come requisito indispensabile del proprio Curriculum Formativo. E’ necessario trovare una soluzione alternativa che superi l’ostacolo insormontabile rappresentato dall’assunto che “nessun chirurgo si farebbe operare da un suo specializzando, figuriamoci un comune paziente”. Come affrontare il problema ?
La nostra proposta: L’unico ambito nel quale si può programmare, formare e specializzare un professionista è il SSN. Si può, pertanto, immaginare una carriera mirata post Laurea, al massimo entro i 3 anni dall’acquisizione del titolo, con la creazione di contratti di formazione specialistica a tempo determinato. Servono iniziative legislative.
Nel rispetto di una programmazione sanitaria regionale basata sulla rilevazione dei bisogni su base epidemiologica e sullo studio dei flussi di emigrazione ed immigrazione sanitaria, vanno individuati i Centri per Specialità e, nel rispetto dell’autonomia gestionale aziendale e della mission assegnata, le Aziende Sanitarie devono creare al proprio interno l’Ospedale di insegnamento e di formazione specialistica.
In pratica, se un’Azienda Ospedaliera necessita per la sua mission di una particolare figura professionale, pubblicherà un bando per “specializzare” medici neolaureati nella disciplina richiesta, offrendo ai vincitori di lavorare e formarsi con una retribuzione di ingresso per 5/6 anni pari a quella prevista per gli specializzandi. Alla fine del percorso tali medici avranno diritto, previa verifica positiva, al riconoscimento della specializzazione e al rinnovo del contratto con durata di 10 anni come professional, con adeguamento stipendiale per 5 anni in fascia D e altri 5 in fascia C (alta professionalità) della Dirigenza Medica. Alla scadenza sarà possibile accedere alla carriera “gestionale” (direttore/dirigente di U.O. complessa o semplice dipartimentale), o proseguire con contratto professionale, o piuttosto scegliere altre Aziende Ospedaliere pubbliche o private presentando il proprio curriculum certificato, nell’ambito della normale prassi concorsuale.
Questa sarebbe la vera e utile integrazione del mondo Ospedaliero con quello Universitario, nel comune intento di formare dei professionisti preparati al servizio del cittadino, dando pari dignità alle due componenti quella assistenziale e quella didattica e di ricerca.
Giuseppe Riccardo Spampinato
Segretario Regionale CIMO Sicilia