Sanità: CIMO su riforma PA, riconoscere nostra specificità. Questo testo così non può riguardarci (AdnKronos Salute)
"Chiediamo che con la riforma della P.A. torni a essere riconosciuta
la nostra specificità".
A sottolinearlo è il vicepresidente vicario della Cimo, Guido Quici,
all'indomani dell'incontro alla Funzione pubblica, di cui si è
dichiarato "del tutto insoddisfatto". "Questa riforma - afferma - non
ci può riguardare. Cimo chiede da tempo il riconoscimento della
peculiarità del medico del Ssn rispetto al resto della dirigenza
pubblica. Non è sufficiente che si affermi che 'i medici sono
professionisti di elevata specialità e devono essere esclusi da queste
regole', occorre concretizzare norme che lo certifichino".
Il sindacato ricorda di aver "presentato una proposta di una
carriera basata sulla verifica delle competenze professionali, non
certo sui risultati del Pil. Vogliamo che il nostro ministro di
riferimento sia quello della Salute, non della Funzione pubblica
perché la nostra specificità è nel lavoro che facciamo e questa
peculiarità deve tornare a essere riconosciuta, superando la follia
del 'tutti dirigenti' che negli anni '90 ha omologato in un unico
ruolo professioni diverse".
Per Quici, "il testo presentato è un testo virtuale dove non è
stata inserita la promessa separazione tra indirizzo politico e
autonomia del dirigente, non si intravede nessun progetto di crescita,
è un salto nel vuoto anche rispetto al tanto criticato decreto
Brunetta. E' l'ennesimo atto persecutorio nei confronti dei dipendenti
pubblici che da anni, tra tagli lineari, blocco del turnover e
innovazioni involutive hanno già dato il proprio contributo allo
Stato. Attendiamo oggi il testo definitivo, nel quale ci aspettiamo
che quanto chiediamo trovi la sua definizione normativa, a partire da
nuove regole di accesso che facciano scomparire la vergogna del
precariato e consentano di fare contratti che non penalizzino e
demotivino ulteriormente la categoria".