A sottolineare e definire la centralità della professione nel lavoro del Medico. L’assemblea nazionale ha deciso un ritorno alle origini. Cimo.(Panorama Sanità)
“È stata una decisione coerente con l’obiettivo del sindacato di riportare il medico al centro del sistema salute e di privilegiare di conseguenza gli aspetti peculiari della professione contro l’omologazione dirigenziale che li ha sviliti” afferma il sindacato. “Asmd significava infatti Associazione Sindacale Medici Dirigenti ed era stata associata al nome originale in conseguenza della riforma, ma non era mai entrata realmente nel sentire comune degli associati e del mondo sanitario; spesso infatti veniva distorta o non menzionata”. «Torniamo quindi ad essere Cimo come quando siamo nati – spiega il Presidente, Riccardo Cassi – con una differenza: non è un acronimo, quindi abbiamo aggiunto come identificativo “il sindacato dei medici” per evidenziare la nostra scelta di non confondersi con altre categorie professionali con lo scopo di poter difendere al meglio la specificità della nostra professione. Abbiamo conseguentemente cambiato il logo, togliendo la H che circoscriveva all’ospedale la nostra rappresentanza ed inserendo il bastone di Esculapio, simbolo della professione medico». “La Riforma della PA che esclude i medici dal ruolo unico della dirigenza” sottolinea la Cimo “offre un occasione unica per restituire al medico un ruolo centrale nel Ssn, buttandosi alle spalle 20 anni di omologazione con le altre dirigenze e la profonda demotivazione dei professionisti alla quale oggi assistiamo. La questione medico che Cimo ha posto per prima due anni fa ed ha riproposto come tema centrale del proprio Congresso elettivo di settembre scorso sembra oggi essere condivisa da molti”. «Abbiamo presentato» aggiunge Cassi «una proposta di stato giuridico e di carriera aperta a tutti i contributi: facciamo appello agli altri sindacati a sedersi già da domani ad un tavolo per disegnare in una “Costituente Medica” i principi ai quali deve ispirarsi il ruolo del Medico del Ssn partendo dalla formazione, passando per i requisiti di acceso, proposte concrete per il superamento del precariato, condizioni di lavoro e progressione di carriera peculiari e rimotivanti. La crisi ha profondamente cambiato l’Italia che conoscevamo, certi vecchi riti e schemi non reggono più; raccogliamo l’appello a ridisegnare l’offerta sindacale, ma questa può avvenire solo partendo da proposte comuni ispirate ad una visione comune della professione».