Professioni sanitarie, Quici (Cimo Asmd): Ulteriore balcanizzazione della sanità Italiana (Panorama della Sanità)
Prendiamo atto della bozza di accordo sulla ridefinizione delle competenze e responsabilità delle professioni sanitarie che giunge a completamento di un percorso durato 3 anni e che ha visto protagonisti il Ministero della Salute, le Regioni, i Collegi Professionali e le sole Organizzazioni Sindacali Confederali con esclusione dei Sindacati Medici e Sanitari.
La bozza di accordo, che tende a legittimare alcune iniziative regionali in tema di competenze acquisite con corsi non universitari (vedi see and treat), introduce un elemento di forte criticità che è rappresentato dalla possibilità che le Regioni, di concerto con le OO.SS. (le stesse dell’accordo?) l’ Università definiscano i criteri per lo sviluppo delle competenze e responsabilità con revisione dei modelli organizzativi, avendo come riferimento una moderna ed efficace integrazione delle competenza all’linterno di equipe multi professionali. E’ quanto riferisce il Vice Presidente Cimo Asmd, Guido Quici in merito alla riunione di ieri organizzata dal Ministero sulla ridefinizione delle competenze e responsabilità delle professioni sanitarie alla quale hanno partecipato le OO SS. Secondo la Cimo Asmd la bozza vede anche per la formazione degli infermieri un ulteriore regionalizzazione. L’attuale contesto prosegue Quici vede il medico fortemente penalizzato in tema di responsabilità professionale e l’assenza di elementi di chiarezza su chi fa cosa, favorisce un ulteriore atteggiamento difensivo che, in termini concreti, si sostanzia con costi aggiuntivi per il nostro Ssn. Si condivide il principio che vede lo sviluppo di nuove competenze attraverso un percorso formativo universitario ma necessario che lo stesso percorso sia uniformato su tutto il territorio nazionale compresi i modelli organizzativi che ne conseguono. Di contro ogni iniziativa regionale autonoma, sia a livello formativo che organizzativo, determinerà una ulteriore balcanizzazione della sanità italiana accentuando quella confusione di compiti, ruoli e responsabilità tra le varie figure professionali. In questi anni la Cimo-Asmd, ha evidenziato la necessità di definire, quale elemento di chiarezza, l’atto medico avendo ben chiaro il principio secondo il quale il medico l responsabile unico della strategia diagnostica, e/o terapeutica, e/o riabilitativa e, conseguentemente, della scelta del miglior percorso clinico a favore del paziente. Alle altre Professioni sanitarie spiega ancora Quici spetta il compito di attuare le strategie ed i percorsi clinici già definiti con particolare riferimento alle attività assistenziali; ciò in funzione di quanto definito nei Decreti Ministeriali in tema di profilo professionale che, tra l’altro, definiscono la natura tecnica, relazionale ed educativa del profilo in ambito assistenziale. Questo è il motivo per il quale la Cimo-Asmd conclude il vice presidente ritiene indispensabile il coinvolgimento delle OO.SS. mediche, non quale elemento di conflittualità con le altre Professioni Sanitarie, ma come soggetto legittimato a concordare con le altre Istituzioni ruoli, compiti e responsabilità professionali, nonché eventuali modelli organizzativi legati allo sviluppo delle nuove competenze.