Scopri i servizi di Cimo
Scopri tutti i servizi che CIMO offre ai suoi associati
Vai alla pagina dei servizi Cimo[/av_tab_item][av_tab_item title="I vostri quesiti" icon="fa-hand-o-up"]
Sottoponi il tuo quesito all’esperto
Il servizio è ad accesso esclusivo per gli iscritti alla CIMO;
la Segreteria Nazionale verificherà l’effettiva iscrizione ed autorizzerà l’invio della risposta al quesito.[/av_tab_item][av_tab_item title="Iscriviti alla CIMO" icon="fa-file"]CIMO Il Sindacato dei Medici – rappresenta i medici, i veterinari e gli odontoiatri in servizio ed in quiescenza.
Scarica subito il modulo per l’iscrizione![/av_tab_item][/av_tabs]
IN EVIDENZA
Traguardo raggiunto: la petizione “Salviamo il Ceto Medio” si chiude con oltre 52 mila sottoscrizioni!
Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto la nostra causa.
Grazie al vostro contributo, siamo riusciti a raggiungere oltre 52mila firme, una testimonianza concreta dell’importanza e del valore del ceto medio per il tessuto economico e sociale del nostro Paese, driver della nostra economia e parte intraprendente e produttiva che genera PIL, posti di lavoro e crea nuove aziende.
Il successo della nostra petizione è un segnale chiaro dell’insoddisfazione di un’ampia fetta della popolazione, da troppi anni soggetta a ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi e troppo spesso trascurata dalla politica.
In virtù di quell’equità e giustizia sociale alla base di questa iniziativa, porteremo le istanze sottoscritte alle istituzioni competenti per materia, al fine di poter porre le basi per un dialogo collaborativo e promuovere future iniziative a sostegno del ceto medio.
La nostra petizione è stata ripresa dal Sole 24 ore, Repubblica, Rai News, Economy e molte altre testate nazionali e territoriali, giungendo così a larga parte dell’opinione pubblica.
Questo per noi non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso lungimirante e duraturo. Abbiamo messo in campo una serie di iniziative concrete per far emergere la categoria nel dibattito pubblico. Abbiamo già in programma la presentazione ai vertici politici nazionali di un ampio studio condotto in collaborazione con il Censis, per evidenziare il valore del ceto medio e per spiegare in che modo, rilanciandone la condizione economica e sociale, è possibile restituire vigore a sviluppo e coesione sociale del nostro Paese.
Ancora una volta, grazie per il vostro prezioso contributo e per aver dimostrato che insieme possiamo fare la differenza.
PAROLA ALLA DIRETTRICE CIDA TERESA LAVANGA
“La petizione per CIDA ha rappresentato un momento di apertura e partecipazione, dando avvio a un inedito percorso volto a estendere l'ambito di azione confederale. Oggi siamo di fronte agli esiti di un cambiamento profondo, visto che in poco più di una generazione si è passati da una società con diffuse opportunità di benessere per tutti a una dove è necessario difendere quello che ci si è guadagnato lavorando onestamente. Noi di CIDA riteniamo che il rilancio del ceto medio possa realizzarsi solamente puntando sulla valorizzazione del merito. Tuttavia, il merito, come principale guida dei processi economici e sociali, non può affermarsi senza una rinnovata centralità della cultura manageriale e delle figure dei manager nelle aziende pubbliche e private. Su queste fondamenta, continueremo a difendere e sostenere il ceto medio poiché rappresenta un tema di interesse collettivo.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia e Ivass), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA (sanità religiosa), FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob CIDA (dirigenza Consob) |
CIMO-FESMED: grave ritardo contratti collettivi 2022-24
Inviata lettera al Comitato di Settore Regioni-Sanità per chiedere atto di indirizzo sul rinnovo
Roma, 16 aprile 2024 - “Stante il grave ritardo nella successione dei contratti collettivi dell’Area Sanità e l’attuale ‘scopertura’ del triennio 2022/2024, che ormai volge al termine, questa Organizzazione Sindacale chiede formalmente di emanare l’atto di indirizzo sul rinnovo del Ccnl 2022-2024 Area Sanità, propedeutico all’avvio della trattativa in sede ARAN”. Lo si legge nella lettera che del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), presieduto da Guido Quici, ha inviato al presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, Marco Alparone. Contestualmente l’organizzazione sindacale CIMO, firmataria del CCNL 2019-21, ha inviato all’Aran disdetta del vigente contratto di lavoro.
“Siamo preoccupati dal fatto che, a seguito di una simulazione sul rinnovo del contratto del comparto e della dirigenza, il fabbisogno del triennio 2022/2024 è superiore ai 2.3 miliardi stanziati con la Legge Finanziaria 2024, senza considerare che nel finanziamento e ricompreso anche il Contratto di lavoro della medicina convenzionata. Inoltre, abbiamo sufficienti indizi che ci portano a ritenere che il rinnovo prossimo del contratto non inizierà prima del 2025”. Ha commentato il presidente Quici.
CIMO-FESMED: Bene sblocco tetto di spesa sul personale sanitario ma garantire stabilità organici
Il presidente Quici: Il Governo dia ampie assicurazioni che i posti vacanti non verranno occupati da precari
Roma, 12 aprile 2024 - “Con il compimento dei primi 20 anni del blocco del tetto di spesa sul personale sanitario si inizia ad intravedere una apertura del Governo dettata da una doppia esigenza: adeguare gli organici aziendali falcidiati dalla grande fuga dagli ospedali e ridurre drasticamente il fenomeno dei gettonisti, e come federazione CIMO-FESMED, aggiungiamo anche il fenomeno dei medici stranieri.
Il primo segnale concreto giunge dal superamento del limite, ad oggi vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, limite che impediva l’assunzione di medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche attraverso convenzioni o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o di formazione lavoro”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED).
“Certamente – prosegue Quici - un primo importante passo che assicura maggiori opportunità ai medici specializzandi, limitando il ricorso ai gettonisti proprio attraverso il parziale superamento del tetto di spesa del 2009. Tuttavia, si corre il rischio di aumentare il precariato allungando ulteriormente i tempi per l’assunzione stabile di medici e sanitari. La vera necessità, quindi, sta nel garantire stabilità agli organici ma il pericolo nasce dal fatto che il richiamo all’art. 11 del DL 35/19 sembra riferirsi al finanziamento statale da ‘spendere’ sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale. Pertanto la sperimentazione AGENAS rappresenta il vero ‘banco di prova’ attraverso cui si potrà finalmente comprendere se il Governo ha intenzione o meno di investire in sanità e nei suoi professionisti”.
“Gli attuali segnali regionali – spiega il presidente CIMO-FESMED - non sono incoraggianti: eccetto l’Emilia Romagna, nessuna regione ha mai superato il tetto di spesa creando un tesoretto di oltre 2 miliardi non speso. Quindi, scarsa volontà di assumere personale per evitare di aumentare la spesa strutturale aggravata dalla adozione, addirittura alcune regioni hanno adottato la metodica sperimentale di AGENAS che, di fatto, ha portato molte aziende ad un ridimensionamento del fabbisogno di personale del 30%-40%. Buona la notizia riguardante gli specializzandi che finalmente avrebbero un inquadramento giuridico più dignitoso, ma soprattutto ottimo l’intervento per ridurre i tempi di attesa attraverso le assunzioni a tempo indeterminato negli enti del Ssn. Intanto, come federazione, attendiamo l’elaborato finale conoscendo perfettamente le attuali criticità più volte contestate e in attesa di una risposta definitiva”.
“In sintesi – conclude il presidente Quici – ‘buona la prima’, se strettamente limitata al vero sbocco del tetto di spesa entro il corrente anno, ma grande attenzione al ‘famigerato’ algoritmo AGENAS che auspichiamo venga elaborato con una visione non involutiva del nostro SSN. Il Governo deve dare ampie assicurazioni che con lo sblocco del tetto di spesa i posti vacanti non verranno occupati da precari”.
CIMO-FESMED: Crisi vocazionale chirurghi danneggia gravemente SSN
Il presidente Quici: Condividiamo proposta ACOI per creazione distretto formativo
Roma, 11 aprile 2024 - “La presentazione degli Stati Generali dei Chirurghi Ospedalieri ACOI, su tematiche riguardanti il contenzioso legale, l’ospedale-scuola, l’innovazione tecnologica e il payback, offre l’opportunità di approfondire questioni di assoluto interesse per il futuro della chirurgia italiana anche declinata nelle varie branche specialistiche. I chirurghi italiani denunciano un vero grido di allarme la cui crisi vocazionale rischia di avere effetti irreparabili per il nostro SSN”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED e Vice Presidente CIDA.
“Come federazione CIMO-FESMED – prosegue il presidente Quici – siamo preoccupati che il lungo percorso formativo dei giovani colleghi, la scarsa possibilità e opportunità di produrre una seria casistica operatoria durante il percorso di specializzazione, l’elevato contenzioso medico legale che espone i medici italiani, ed i chirurghi in particolare, ad azioni risarcitorie, minano la serenità di chi deve prendersi carico della cura dei pazienti e necessitano una riforma. Si condivide, quindi, la proposta ACOI della creazione del distretto formativo e del cosiddetto ospedale-scuola che potrebbe finalmente assicurare ai giovani medici quella formazione sul campo che, spesso manca, proprio in un contesto di ricambio generazionale, anzi, di salto generazionale favorito, certamente, dalla grande fuga dei medici dagli ospedali”.
“Non possiamo non condividere le forti preoccupazioni espresse anche dai chirurghi italiani legate al contenzioso medico legale, la cui riforma in itinere desta non pochi dubbi perché ha come unico obiettivo di mitigare e non certamente risolvere il vero problema, quello della colpa grave, che tormenta ogni giorno i medici italiani. La federazione CIMO-FESMED – conclude Guido Quici - sarà sempre al fianco di chi affronta tutte le tematiche che riguardano gli interessi della professione medica nell’esclusivo interesse di assicurare le cure ai cittadini italiani”.
Leggi tutte le notizie